L’Italia deve ripensare il suo sistema educativo: la scuola e l’università devono tornare ad occupare quel ruolo centrale di formazione della persona che fa di esse un fattore insostituibile per lo sviluppo culturale e professionale della Nazione.
Nel campo della scuola, è necessario razionalizzare gli investimenti pubblici per garantire che le risorse siano realmente impiegate per la formazione costante dei docenti e per la sicurezza degli istituti scolastici, che immaginiamo come poli culturali e aggregativi per il territorio in cui sono inseriti, aperti anche oltre l’orario didattico. L’università deve aggredire gli sprechi e i privilegi per onorare le sue missioni sociali: la didattica, la ricerca e il ruolo attivo nello sviluppo del territorio.
E’ fondamentale ridurre il tempo ancora eccessivamente lungo, rispetto agli altri Stati occidentali, per il conseguimento dei titoli professionali, che rappresenta un grave svantaggio di competitività per la nostra nazione.
Rafforzare il legame tra sistema formativo e impresa e rivalutare la cultura umanistica, che costituisce uno dei più importanti strumenti di crescita culturale dell’Italia.
Meritocrazia, valutazione, trasparenza, qualità e innovazione devono essere le parole d’ordine da declinare in tutti i settori in cui si articola il nostro sistema di istruzione e formazione, per costruire una società fondata sulla conoscenza, sulla cultura e sull’educazione.
Le scelte:
- Riavviamento del processo di autonomia amministrativa e finanziaria delle istituzioni scolastiche e universitarie e coniugarlo con seri criteri di responsabilità, per assicurare una gestione delle risorse più oculata e più attenta ai bisogni delle strutture.
- Revisione della geografia delle istituzioni universitarie sul territorio nazionale, per cancellare le duplicazioni, le sedi inutili e abbattere i costi di gestione.
- Implementazione dei sistemi di valutazione e di aggiornamento culturale e professionale della classe docente, per permettere ai professori di svolgere al meglio la propria funzione educativa, strategica per lo sviluppo dell’Italia.
- Incentivazione dell’apertura delle istituzioni scolastiche e universitarie oltre l’orario didattico, rilanciando accordi e convenzioni con associazioni sportive, culturali e del terzo settore, anche in sinergia con gli Enti locali, per sviluppare attività rivolte agli studenti, alle loro famiglie e al territorio.
- Potenziamento dell’educazione motoria e sportiva sia nella scuola primaria sia nella scuola secondaria di primo e secondo grado.
- Attenzione al problema della sicurezza di tutte le strutture scolastiche, rendendo immediatamente disponibili i fondi destinati all’edilizia scolastica già stanziati e non ancora spesi ed escludendoli dal patto di stabilità.
- Affermazione della centralità della funzione docente nella società della conoscenza. Il sistema oggi non è in grado di appagare le aspirazioni delle forze positive presenti nella scuola e nell’università, con il grave rischio di frustrare le legittime aspettative e di allontanare dalla professione i migliori talenti. È necessario costruire un sistema più efficiente di progressione della carriera del personale docente, pena la dispersione del capitale umano e professionale, indispensabile per raggiungere adeguati livelli di qualità nel processo educativo.
- Snellimento delle procedure burocratiche per sostenere la mobilità europea degli studenti italiani, attraverso lo sviluppo di scambi bilaterali e nuove partnership tra le università e gli enti pubblici di ricerca.
- Ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario alle università non solo sulla base di criteri meramente quantitativi come il numero degli iscritti, ma soprattutto su parametri di efficienza, eccellenza, qualità dei servizi e della ricerca, adeguati alla media dei costi standard per studente negli Stati membri dell’Unione Europea e dell’Ocse. Una quota del Fondo deve essere, inoltre, destinato obbligatoriamente al finanziamento di assegni di ricerca e della borse di dottorato.
- Istituzione del Fondo per il prestito d’onore.