L’Unità nazionale va garantita anche attraverso le infrastrutture digitali. Il digital divide, limita le possibilità di integrazione sociale e culturale, ma anche lo sviluppo economico. Il processo di digitalizzazione non può essere percepito dalla classe dirigente come poco più di un orpello estetico, la capacità di innovazione e creatività del nostro tessuto produttivo da cui dipendono nuova ricchezza e competitività può crescere solo se si recupera il gap con altre nazioni.
L’Italia è tra i paesi meno avanzati del G-20 per penetrazione della banda larga e sviluppo della internet economy. La nostra economia della rete vale solo il 2% del Pil contro il 4,1% dei paesi industrializzati. Solo il 15% degli italiani utilizza l’ e-commerce contro il 43% della media Ue.
Le ricerche dimostrano che il tasso di innovazione di un paese è legato alla penetrazione della rete. L’Italia ha un vantaggio, indiscutibile e non ancora sfruttato. Oltre il 95% del tessuto produttivo è rappresentato da PMI che realizzano il 70% del fatturato totale e generano l’80% degli occupati; la penetrazione di internet nelle aziende con meno di 10 dipendenti è bassa, meno della metà. La nostra tipologia è compatibile con l’internet economy proprio perché caratterizzata da imprese flessibili, agili, capaci di stare sul mercato globale con velocità di adattamento, come richiede la rete. Un potenziale sfruttato in minima parte.
Le scelte:
- Rispetto del programma dell’Agenda digitale italiana che prevede la diffusione della banda larga su tutto il territorio nazionale entro il 2013 e banda ultra larga al 50% della popolazione entro il 2015
- Sostegno allo sviluppo di start up o progetti d’impresa che agiscono nel comparto della internet economy, non solo attraverso il sistema del reperimento dei capitali ma anche nello snellimento burocratico e l’agevolazione fiscale allo scopo di limitare il rischio di “corporate drain”, cioè la fuoriuscita delle migliori idee innovative dal nostro paese.
- Riduzione al 4% dell’Iva sull’acquisto e la vendita online di contenuti digitali per sviluppare le attività di e-commerce.
- Proposta d’inserimento di crediti formativi agli studenti che s’impegnano alla formazione delle generazioni non “computer literate”, per favorire l’inclusione digitale.
- Promozione e sostegno per progetti di formazione sullo sviluppo della digitalizzazione delle Pmi, in collaborazione con università e operatori di rete e di tlc.