“Come ogni anno, puntuale, arriva l’otto marzo e con esso la sua festa ed i suoi convegni.
Cerchiamo che non sia soltanto un giorno di rituali, per me non lo è mai stato. Cerchiamo, invece, di caricare questa giornata di un senso e di un significato per alcune riflessioni.
Sono tante, sicuramente, le conquiste del mondo femminile ma sono ancora tante le frontiere mancate o raggiunte o perse.
Sono tanti i diritti garantiti dal punto di vista normativo, ma sono anche tanti i diritti che vengono contraddetti e negati, almeno nel loro accesso e nel loro esercizio anche se dal punto di vista legislativo garantiti.
Pertanto andiamo oltre l’otto marzo e prefissiamoci degli obiettivi.
Io propongo come questioni da affrontare coraggiosamente la questione del mondo del lavoro. Attendiamo una riforma che aumenti gli strumenti di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, vogliamo anche un intervento legislativo per sradicare la vergogna delle dimissioni bianche, vogliamo un mercato del lavoro che includa le donne a libere scelte di maternità, vogliamo che le donne e gli uomini guadagnino lo stesso salario a parità di lavoro svolto, vogliamo meno probabilità di contratti per avere meno precarietà, più flessibilità e garanzie del mondo del lavoro. Vogliamo anche un welfare sussidiario vicino alle donne e alle famiglie che offra maggiori servizi per la conciliazione.
Un’altra questione che non è assolutamente marginale riguarda la violenza sulle donne. Le sue multiforme. Episodi di violenza di genere, di violenza sessuale, psicologica, economica, morale e lavorativa si scontrano sul corpo delle donne fino all’atto estremo e ultimo del femminicidio. Le statistiche fanno rabbrividire. Cerchiamo di diminuire queste percentuali, cerchiamo di assumere tutti, donne ed uomini, una responsabilità collettiva perché la violenza è anche un fatto culturale, non soltanto un fatto di applicazioni, sia pure necessarie, delle leggi che abbiamo.
Puntiamo a una parità sostanziale, puntiamo all’inclusione e , da ultimo, puntiamo anche a linguaggi della comunicazione, in particolare delle pubblicità, che non offendano e non sviliscano le immagini delle donne. Siamo stanche di immagini stereotipate, siamo stanche dei pregiudizi. Vogliamo vedere immagini che non sviliscano e che non contribuiscano ancora di più a sradicare questi stereotipi culturali di cui dobbiamo liberarci perché le donne sono impegnate ogni giorno in molti ruoli e in molte funzioni e meritano il nostro rispetto.
Mentre festeggiamo, mentre riflettiamo, pensiamo che dietro di noi ci saranno le nostre figlie, i nostri figli e che il domani và costruito oggi. Va costruito tutti insieme anche quando pensiamo con soddisfazione che molti soffitti di cristallo, come si usa dire, sono stati infranti e che le donne, finalmente, hanno ottenuto anche posizioni di vertice di apicale importanza. Mentre pensiamo ricordiamoci che dietro i soffitti di cristallo ci sono tanti, ovunque, muri di gomma di resistenza sociale, culturale, fatta di stereotipi e pregiudizi che ci impediscono di costruire un futuro di parità.
Importante festeggiare l’otto marzo tutte insieme in modo assolutamente bipartisan ma soprattutto da oggi lanciamo un percorso condiviso con dei progetti secondo quei nodi fondamentali.
8 marzo oggi. 8 marzo tutti i giorni.
Io lotto ogni giorno per questo. Per te per me, per tutte le altre. “
Martina Sperduti
Responsabile Nazionale SUAV Fdi-an