“L’acquisto del caffè è avvenuto a febbraio scorso tramite l’acquisto della società Rivoire Srl – spiega Donzelli – il prezzo pagato alla famiglia Bardelli, proprietaria fino ad oggi del locale, è di 7,2 milioni di euro, ai quali andrà aggiunto un ulteriore milione nel caso in cui il fatturato della società per l’esercizio 2016 superi i 4 milioni di euro. A formalizzare la compravendita sono state le società Uno Invest e Fashion Re. In particolare della Fashion Re sono soci la Nikila di Ilaria Niccolai (40%), Luigi Dagostino (30%), la figlia di Andrea Bacci, Laura Bacci (10%) e la società Dil Invest (20%). E’ proprio nella Dil Invest che, oltre allo stesso Luigi Dagostino, figura la società Tressel Overseas, con sede nel paradiso fiscale di Panama. E’ in questa società che il 30 settembre 2015 la Nikila ha ceduto alla Tressel Overseas, rappresentata in più occasioni dal regista dell’operazione outlet Luigi Dagostino, il suo 30% (3.000 euro di quote) al prezzo di 125 mila euro. Lo stesso Dagostino ha ceduto il 18% (1.800 euro di quote) per 75 mila euro, ottenendo fondi provenienti dai paradisi fiscali”.
“Proprio la Tressel Overseas, insieme a un’altra società con sede a Panama, la Torrado Holdings, risulta fra i fondatori della Corso Italia Firenze, nata per l’acquisto del teatro comunale di Firenze, acquistato ad aprile 2015 per 23 milioni di euro, meno della metà della cifra di valutazione fornita dal Comune di Firenze governato dall’allora sindaco Matteo Renzi. Una compravendita nella quale sono coinvolti anche, oltre alla solita Nikila di Ilaria Niccolai, entrambi i figli di Andrea Bacci, Laura e Tommaso, entrati nell’affare nel febbraio scorso. Gli uomini intorno al premier mettono così le mani, con operazioni di dubbia moralità anche su alcuni dei pezzi pregiati del capoluogo toscano – conclude Donzelli – è inaccettabile sfruttare i legami con il premier per fare affari con questi metodi”.