Quasi come se un provvedimento atteso da mesi, inspiegabilmente ritardato, indispensabile per la salvaguardia di 30mila allevatori e produttori fosse per Renzi merce di scambio per la partita decisiva per la propria sopravvivenza politica”, dichiara Carlo Fidanza, componente dell’Ufficio di Presidenza di Fratelli d’Italia e già membro della commissione Agricoltura al Parlamento Europeo.
“D’altronde Renzi, dagli 80 euro in poi, non è nuovo all’idea della politica come marchetta.
Fermo restando il legittimo diritto di Coldiretti a schierarsi come vuole sul referendum, siamo convinti che gli agricoltori, esattamente come tutti gli altri cittadini, sapranno distinguere tra un provvedimento necessario (e comunque tardivo) e una riforma costituzionale inefficace sotto il profilo dei costi e dannosa per la tenuta dello Stato”.
“Nel merito, – conclude Fidanza – aspettiamo di leggere il testo del decreto-latte ma intanto possiamo già dire che il governo italiano è in ritardo rispetto ad esempio a quello francese che ha notificato a Bruxelles un analogo provvedimento già più di due mesi fa e lo ha fatto anche per il settore delle carni, che invece Renzi non ha citato”.