“Il professore e ministro Tullio De Mauro è senz’altro una grande personalità che ha raccontato un pezzo importante della cultura italiana. Ma deliberatamente decise di non rappresentarla tutta. La sua morte è davvero una brutta notizia e l’Italia perde una delle sue menti più fervide, ciononostante ricordo di lui due cose: le foibe definite soltanto incavi carsici, con voluta omissione dei massacri di famiglie italiane da parte dei comunisti Titini che le hanno rese ‘famose’ e la sua incomprensibile resistenza a costituzionalizzare la lingua italiana, benché ne fosse stato insigne studioso e difensore. Bravo, mostruosamente preparato, ma appartenente a quella generazione di accademici, intruppata con l’intellighenzia rossa, ostinatamente programmata per negare la verità. Mi pregio di averlo culturalmente contrastato, ispirato da lui e altri baroni e storiografi faziosi, nella storica battaglia per il pluralismo nella scuola e nelle università, con riferimento all’indottrinamento cui sono sottoposti i nostri studenti anche a causa del libro di testo obbligatorio. Aspettiamo l’avvento di una nuova elite culturale, finalmente libera”.È quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli capogruppo alla Camera di Fdi-An.