«Ci aspettavano di sapere da Alfano quali elementi avesse in mano il Capo del governo per dichiarare che l’attacco americano in Siria sia stata una “risposta motivata a un crimine di guerra” di Bashar al Assad, e che l’intervento americano “si è sviluppato contro la base aerea da cui sono partiti gli attacchi con uso di armi chimiche”. Alfano invece ci ha detto che sul caso ci sarà una Commissione di inchiesta e non vorremmo pensare che il premier italiano prenda posizione sulla base di quello che legge su facebook. Ricordo che a differenza di un ubriaco che parla con gli amici al bar e che non deve dar conto a nessuno di quello che dice, il presidente del consiglio di una nazione sovrana risponde delle proprie affermazioni. E con le loro improvvide dichiarazioni sia Gentiloni che Alfano hanno rischiato di azzerare la distanza che dovrebbe esistere tra una capo di governo e un allegro avvinazzato».
Lo ha detto in aula nel corso dell’informativa sulla Siria il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
«Chiediamo ad Alfano se non ritenga di dover usare il termine “crimini di guerra” anche e quando parla dei tagliagole dell’ISIS che ancora oggi uccidono, torturano, stuprano e annientano le minoranze etniche e religiose, soprattutto cristiane, in Siria e Iraq.
Ma il ministro degli Esteri ci ha raccontato vita morte e miracoli sul regime di Bashar al Assad e non ha detto nulla su come si pensa di combattere quelli che a casa nostra montano sui camion e vanno contro folle inermi o si fanno esplodere nelle metropolitane. La verità è che non sembra proprio che annientare l’Isis, che per noi oggi è il vero nemico, sia una priorità dello Stato Italiano. Alfano ci ha anche detto che altre nazioni come l’Arabia Saudita, il Qatar, la Turchia sono state invitate al G7. Chiedo se secondo il governo i nostri alleati sarebbero quelli che sostengono quando non addirittura finanziano il fondamentalismo islamico. Perché qui non ho dubbi: tra l’Arabia Saudita e la Russia io come alleato preferisco la Russia».