“Una domanda sorge spontanea a due settimane dall’insediamento del tavolo sulla crisi di Roma da parte del Ministro Calenda: perché ora? Apprezziamo, per carità, l’improvviso interessamento per una capitale allo stremo e l’insistenza con cui ha incalzato ‘Alice nel paese delle meraviglie’, alias la sindaca Raggi per indurla a parteciparvi. Difficile risultare credibili se tale iniziativa precede di soli 4 mesi lo scioglimento della legislatura. Difficile se prima non si riesce a governare la crisi di Alitalia, si distruggono le prospettive di Eur Spa, non si convocano Sky, Mediaset e Libero che vogliono trasferire altrove le proprie sedi per offrire soluzioni e non si blocca sul nascere l’idea di trasferirvi perfino un pezzo della Rai, non si è cercato di riportare la direzione centrale di Unicredit nella capitale dopo la sua fuga (banca originariamente nata dalla fusione di tre istituti di credito romani), non si è mai rifinanziata la legge per Roma capitale, non si è corretta la stortura che trasforma il simbolo della capitale nel mondo (il Colosseo) in un costo e non una risorsa, visto che neanche un centesimo della vendita dei biglietti d’ingresso finisce nelle casse del Campidoglio. Difficile se le principali aziende pubbliche o para pubbliche delocalizzano o vengono addirittura picchettate impunemente dai Cobas per settimane fino a essere messe in ginocchio, come accaduto alla Sda, se i decreti attuativi del governo per il trasferimento dei poteri non vengono emanati, se il suo ministero non è stato capace di risolvere positivamente centinaia di crisi aziendali… Sono anni che come forza nazionale e romana denunciamo il processo di colpevolizzazione e desertificazione di Roma, circondati da imbarazzato silenzio, ricordando oltremodo i livelli di tassazione tra i più alti d’Italia che hanno contribuito al crollo degli investimenti. Siamo i primi a denunciare le responsabilità della Raggi ma sono evidenti le corresponsabilità di Gentiloni e Zingaretti, artefice quest’ultimo di un crollo dei livelli socio assitenziali… Esiste sì una ‘Questione Romana’, ma scaturisce da un’inedia e da un’impreparazione legate a un Pd che ha esaurito la sua funzione sul territorio e dal dilettantesco avvento del grillismo. In tutto questo, se tavolo su Roma deve esserci, che sia almeno interistituzuonale e coinvolga anche noi, terzo partito della capitale”. È quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale alla Camera dei deputati Fabio Rampelli.