Dopo le audizioni di Carmelo Barbagallo, capo del dipartimento vigilanza bancaria e finanziaria di Banca d’Italia, e di Angelo Apponi, direttore generale della Consob, alla Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, componente della Commissione, ha inviato oggi una lettera al presidente Casini. Di seguito il testo completo della lettera.
Onorevole Presidente,
in merito all’audizione del dott. Carmelo Barbagallo, capo del dipartimento vigilanza bancaria e finanziaria di Banca d’Italia, e del dott. Angelo Apponi, direttore generale della Consob, svoltesi giovedì 2 novembre, riteniamo estremamente grave la circostanza che le affermazioni fatte dai due rappresentanti delle Autorità in questione siano risultate in alcuni punti assolutamente contrastanti.
Apprendiamo dall’audizione del dott. Apponi che Consob non era a conoscenza dell’esito delle Ispezioni svolte dalla Vigilanza di Banca d’Italia su Veneto Banca e Popolare di Vicenza nelle quali già nel 2001 – e poi nel 2008 – si rilevava che il prezzo delle azioni della BPV era molto sopravalutato e si chiedeva espressamente la revisione del metodo di fissazione del prezzo. Il dott. Apponi afferma, altresì, che se fossero venuti a conoscenza di quelle informazioni, sarebbero potuti intervenire tempestivamente in difesa dei risparmiatori.
Al contrario il dott. Barbagallo ha più volte sottolineato, nel corso dell’audizione, l’assoluta trasparenza dell’operato dell’autorità di vigilanza di Banca d’Italia e la loro costante collaborazione con Consob. Lo stesso afferma, cito testualmente, “l’esito delle ispezioni le comunichiamo a Consob sulla base del protocollo”.
Si richiede dunque la convocazione congiunta del dott. Barbagallo e del dott. Apponi in forma di testimonianza al fine di verificare le affermazioni rese. La seduta si ritiene anche necessaria al fine di verificare il rispetto da parte di Consob e di Banca d’Italia dell’art 7 del TUB, il quale prevede, come Lei ben sa, che la Banca d’Italia e la Consob collaborino tra loro “anche mediante scambio di informazioni, al fine di agevolare le rispettive funzioni. Detti organismi non possono reciprocamente opporsi il segreto d’ufficio”. Concetto, tra l’altro, espressamente ribadito dal testo del protocollo d’intesa tra le due Autorità in questione che recita “qualora, in connessione di propri accertamenti, la Banca d’Italia o la Consob riscontrino profili significativi rientranti nella competenza dell’altra Autorità, esse ne informano tempestivamente quest’ultima”.
Al fine di poter verificare compiutamente l’operato dei due istituti nello svolgimento delle attività ispettive, sono a richiederle, anche, di rendere disponibile alla Commissione le ispezioni svolte da Banca d’Italia e da Consob su tutti gli intermediari finanziari dal 2008 a oggi.
In attesa di riscontro, auguro buon lavoro.