Inaugurata l’esposizione di dieci pannelli: proseguirà fino al 5 gennaio 2018 (foto a fondo pagina)
LE FOTO DELL’INAUGURAZIONE E I PANNELLI AL LINK: https://drive.google.com/open?
Dieci pannelli che raccontano la storia dei debiti contratti dalla Chil, azienda della famiglia Renzi, garantiti con soldi pubblici tramite la finanziaria della Regione Fidi Toscana e mai restituiti. E’ stata inaugurata in Consiglio regionale della Toscana la mostra che sarà in esposizione al gruppo di Fratelli d’Italia da oggi al 5 gennaio 2018 dal titolo “La denuncia di Fratelli d’Italia in Regione Toscana sui rapporti tra Fidi Toscana e l’azienda della famiglia Renzi”. Fra i documenti in mostra anche il mutuo concesso dalla Bcc di Pontassieve e firmato sia da Tiziano Renzi che da Marco Lotti, padre dell’attuale Ministro dello Sport, in qualità di gestore aziende della filiale. “Qualcuno ha dubitato sulla veridicità delle nostre denunce – spiega il capogruppo in Consiglio regionale Giovanni Donzelli che ha scoperchiato il caso con numerose interrogazioni – da oggi i cittadini potranno verificare con i loro occhi ciò che è successo: i documenti parlano da soli”.
“Il denaro pubblico utilizzato per coprire il mutuo non è mai stato recuperato perché la Chil è poi fallita – sottolinea Donzelli – è una vergogna che i soldi dei cittadini siano stati utilizzati per coprire i debiti contratti dai Renzi. Per di più la garanzia è stata coperta da Fidi all’80% come previsto per le aziende toscane femminili: eppure dopo aver ottenuto il fido l’azienda è passata nelle mani di Tiziano Renzi e si è spostata in Liguria. Le mie azioni sono state doverose per la tutela dell’interesse pubblico: probabilmente nessuno sarebbe intervenuto senza le mie denunce”. Nei pannelli in mostra, oltre ad una ricostruzione e il documento ufficiale in cui si concede la garanzia, ci sono anche le informazioni societarie su Fidi Toscana e il suo regolamento per i finanziamenti, così come l’assunzione del Comune di Firenze per Luca Lotti come responsabile della segreteria dell’allora sindaco Matteo Renzi. E poi le interrogazioni e le risposte della Regione in cui si confermano le anomalie, insieme all’insinuazione di Fidi al passivo della società fallita Chil. “Continuerò a battermi con forza per chiedere che coloro i quali violano le regole paghino le conseguenze – conclude Donzelli – è mio dovere istituzionale di eletto difendere l’interesse della collettività”.
LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA
LE REGOLE
Fidi Toscana, la finanziaria della Regione, prevede uno stanziamento per aiutare le piccole e medie imprese toscane nelle garanzie per l’accesso al credito.
Il regolamento prevede che la garanzia possa raggiungere fino al 60% della copertura del credito, elevabile all’80% se si tratta di un’impresa giovanile o femminile
FIDI TOSCANA DICE SI’ ALLA DOMANDA DEI RENZI
il 16 marzo 2009 la Chil della famiglia Renzi presenta tramite la BCC di Pontassieve la domanda per un finanziamento a 84 mesi da 437mila euro
In quel momento Matteo Renzi è l’unico dirigente della Chil (in aspettativa), ma anche Presidente della Provincia che figura fra i soci di Fidi Toscana
Il 15 giugno 2009 Fidi Toscana accetta la richiesta della Chil e delibera la garanzia all’80% come azienda femminile: i soci sono la madre e le sorelle di Matteo Renzi
Il 13 luglio 2009 Luca Lotti (divenuto in seguito sottosegretario del governo Renzi e poi Ministro del governo Gentiloni) viene assunto da Matteo Renzi a Palazzo Vecchio come responsabile della segreteria del sindaco
Il 14 luglio 2009 Marco Lotti, padre di Luca Lotti, firma il parere positivo al mutuo come “Gestore aziende” della filiale di Pontassieve della BCC
Appena 15 giorni dopo aver ottenuto il mutuo, la madre e le sorelle di Renzi cedono al padre Tiziano le quote. L’azienda cambia nome da “Chil” a “Chil Post”
Il 13 agosto 2009 si stipula il mutuo: per la Bcc di Pontassieve a firmare è Marco Lotti. Né la banca né Fidi si accorgono che l’azienda non è più femminile, nonostante la firma per la Chil Post sia di Tiziano Renzi
CESSIONE, VENDITA E CRISI DELLA CHIL
L’8 ottobre 2010 Chil vende un ramo d’azienda a Chil Promozioni: oggi è tutt’ora in vita e si chiama Eventi 6
Il 14 ottobre 2010 Tiziano Renzi sposta la Chil Post a Genova: l’azienda cessa anche di essere toscana (e quindi di essere beneficiaria degli aiuti per le aziende toscane)
Il 12 agosto 2011 la Chil Post manca di pagare una prima rata del mutuo: la banca la mette in mora il 20 ottobre 2011
Il 15 febbraio 2012 la BCC di Pontassieve chiede a Fidi Toscana l’escussione della garanzia
Il 7 febbraio 2013 la Chil Post viene dichiarata fallita dal tribunale di Genova
CHI PAGA?
Il 1° agosto 2013 Fidi Toscana liquida alla BCC di Pontassieve 263.114 a copertura della perdita della banca per l’80% dell’esposizione
Il 30 ottobre 2014 a seguito dell’attivazione della controgaranzia Fidi Toscana recupera la somma del Fondo Centrale di Garanzia del Ministero dello Sviluppo Economico (governo presieduto da Matteo Renzi)
In seguito alle interrogazioni di Fratelli d’Italia il 30 settembre 2015 Fidi chiede alla sezione fallimentare del tribunale di Genova di potersi insinuare al passivo della Chil Post. Quei soldi non sono mai stati recuperati
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