“Dopo aver letto attentamente il contratto di governo M5S-Lega, rimango stupito per la totale assenza di temi che riguardano l’informazione, il digitale e le telecomunicazioni” è quanto ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia Alessio Butti.
“Alla Rai – ha proseguito – vengono dedicate – senza citare neanche l’acronimo – tre righe, con un richiamo all’ormai trentennale questione della lottizzazione e della meritocrazia: tre righe prive di qualsiasi indicazione sul merito e sul metodo. Eppure Roberto Fico, prima di assurgere agli scranni della presidenza della Camera dei Deputati, è stato presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai per cinque anni e magari qualche suggerimento avrebbe anche potuto offrirlo. Stiamo parlando della più importante azienda culturale del Paese, con circa 13mila lavoratori tra dipendenti e collaboratori. Sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione non c’è neanche un accenno, eppure dovrebbe generare benefici per tutti i cittadini, accorciando i tempi e ottimizzando le procedure con immenso risparmio economico per lo Stato. Al capitolo 25 – “Trasporti, infrastrutture e telecomunicazioni” – evidentemente le telecomunicazioni sono rimaste nella penna o nelle idee degli autori del contratto, perché non si fa alcun riferimento alla scommessa del 5G, all’attualissimo tema dello scorporo della rete Tim, al concetto di banda larga mai nemmeno lontanamente sfiorato”.
“Neanche una parola, infine – ha concluso Butti – dedicata al mondo dell’informazione e dell’editoria: mai citati i media, la tv, la radio, il libro, il diritto d’autore i giornali. È stato tralasciato un settore molto ampio che occupa centinaia di migliaia di persone anche con l’indotto nel Paese e che è in buona parte in crisi”.