“Va preliminarmente sottolineato come i casi citati dall’onorevole Deidda, pur nella loro gravità, risultano episodici e non sintomatici dello stato del circuito penitenziario sardo”
“A tale riguardo, l’amministrazione penitenziaria ha rappresentato che si è di recente conclusa la procedura per il conferimento degli incarichi superiori, all’esito della quale è stato attribuito un dirigente all’istituto penitenziario di Cagliari, il solo in Sardegna rientrante nel livello superiore. Inoltre, sono in corso le procedure per il conferimento degli incarichi dirigenziali non superiori, la cui definizione consentirà di pervenire ad una soluzione anche per la copertura dei posti presso le sedi penitenziarie della Sardegna” afferma tra l’altro il Sottosegretario per la Giustizia Jacopo Morrone che conferma una carenza del personale ma non allarmante e in linea con la media nazionale rispondendo all’interrogazione del Deputato Fdi Deidda
Deidda ha poi replicato al Sottosegretario, rimarcando la necessità di ascoltare le richieste che partono anche dai sindacati della polizia penitenziaria e ha denunciato l’ennesima aggressione ai danni di due agenti di P.Penitenziaria al carcere di Uta”
“La polizia penitenziaria non può essere considerata figlia di un dio minore. Bisogna rimpinguare l’organico, dare loro maggiore e migliore strumentazione, tra cui il Taser, come è avvenuto per il resto delle forze dell’ordine”, dichiara Deidda
“È vero che non c’è emergenza ma non dobbiamo neanche arrenderci al peggiorare delle condizioni carcerarie ma migliorare ove possibile” continua Deidda “, riaprire il carcere di Iglesias, per esempio, per guadagnare spazio e garantire a chi è in carcerazione preventiva o dentro per reati non contro la persona di vivere una carcerazione non unita con chi si è macchiato di reati contro le persone( droga,rapine,contro la persona)”
Conclude Deidda lodando progetti di reinserimento come avvenuto in passato nella colonia di Is Arenas con la gestione dei cavalli e rilanciando la proposta di Fdi di liberare le carceri dai detenuti stranieri, facendo scontare loro la pena nel paese d’origine. In Sardegna sono il 32% e in aumento. Una spesa economica e di spazio.