“Ci auguriamo che il governo italiano voglia completare la ricognizione e il censimento delle opere trafugate o illecitamente custodite in altri musei del pianeta, avviando un’idonea procedura per rientrare in possesso di tali enormi ricchezze culturali ed economiche. Non a caso, siamo la Nazione che possiede la percentuale di gran lunga più alta del patrimonio artistico mondiale, con il primato dei siti tutelati dall’Unesco, con realtà urbane e ambientali non ancora pienamente valorizzate”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli intervenendo alla firma del protocollo d’intesa tra Italia Nostra e l’Arma dei Carabinieri per la tutela del patrimonio artistico e culturale, alla presenza del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli. Il protocollo è stato siglato dal Gen. Giovanni Nistri, comandante generale Arma carabinieri e da Oreste Rutigliano, già presidente Italia nostra.
“La nostra identità – ha proseguito- si è forgiata sulle piazze rinascimentali, tra le calli della laguna, nei vicoli medievali di Spoleto, tra le Torri di San Gimignano, nell’acropoli di Agrigento, e nei templi della Magna Grecia calabrese, pugliese, siciliana. Possiamo dire di essere letteralmente scolpiti sui Sassi di Matera, e su ciascuna pietra dei Romani. Italia è cultura, tutela del paesaggio, amorevole cura dell’ambiente o non è”.
“E mi sento di lanciare una sfida- ha aggiunto – l’ambiente purtroppo non è stato inserito nel secondo comma dell’articolo 9 della Costituzione che recita: ‘La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione’. Mentre i costituenti, in particolare Emilio Lussu, furono sensibili alla tutela costituzionale del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico della nostra comunità, meno attenti sono stati i ‘costituenti’ contemporanei che non hanno trovato il modo né la sintesi politica per inserire l’ambiente tra i valori da salvaguardare insieme al paesaggio. Forse perché si sarebbe creati problemi alle Regioni rafforzate dalla riforma del Titolo Quinto che ha destabilizzato il nostro assetto istituzionale, moltiplicando a dismisura i conflitti tra Stato centrale ed enti territoriali ingessando decisioni e progetti penalizzando imprese, famiglie e territori. Per queste battaglie, come sanno le amiche e gli amici di Italia nostra e dell’Arma io ci sarò sempre. Potete fare conto sulle mie energie e sul mio spirito battagliero. Sono sicuro che ci sarà l’intero Parlamento”.
“V’invito volentieri – ha concluso Rampelli – ad aprire insieme questo nuovo impegno sul quale oggi si possono mobilitare forze più sensibili rispetto al passato. Memori anche delle incongruenze rilevate e consapevoli che il modo più efficace per rappresentare con serietà gli interessi locali è quello di rafforzare contemporaneamente lo Stato nazionale”.