“Il “mal comune mezzo gaudio” per cui al carcere del Bassone di Como gli agenti della Penitenziaria dovrebbero essere felici perché di poco al di sotto della media organico nazionale, suona come una presa in giro. Quello di Como è un carcere di frontiera, con tutto ciò che ne consegue. La situazione è divenuta intollerabile e alla carenza di personale e al degrado gestionale si aggiunge un elevato indice di sovraffollamento della popolazione detenuta che si stima arrivi al 186%”.
Così il deputato di Fratelli d’Italia Alessio Butti in una interrogazione al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
“In una struttura che ha circa 35 anni portati molto male – aggiunge il deputato di FDI – e che vede operativi meno di 200 agenti della Polizia penitenziaria, sono ospitate circa 450 persone di cui oltre il 50% sono stranieri. I livelli di sicurezza sono molto bassi e la direzione del penitenziario ha recentemente segnalato come per gli agenti sia particolarmente difficile intervenire per disciplinare la convivenza tra i troppi detenuti. Inoltre, gli automezzi in dotazione al nucleo traduzioni e piantonamenti risultano spesso inidonei: alcuni di questi hanno dai 300 ai 500 mila chilometri e diversi altri risultano addirittura privi del collaudo”.
“Non è più accettabile – conclude Butti – questa indifferenza da parte degli organi istituzionali così come le promesse che non sono state mantenute, anche da parte di quegli stessi esponenti di governo che recentemente hanno fatto visita al carcere. Gli agenti della Penitenziaria infatti, non solo non hanno partecipato alla sperimentazione del Taser ma nemmeno in futuro potranno utilizzarlo. Il problema è serio e il mio accorato invito al governo è quello di considerare gli agenti della Polizia penitenziaria come dei lavoratori che mettono a rischio la propria vita per un servizio importante sia per noi che per la rieducazione del reo”.