“Da architetto prima ancora che da politico ‘esulto’ per la condanna dell’archistar Calatrava da parte della Corte dei Conti. La sentenza del tribunale dà l’estrema unzione a una pratica per lungo tempo utilizzata dai sindaci, soprattutto del Pd, che in fatto di architettura e urbanistica si sono dimostrati di un’ignoranza crassa e hanno contributo a gettare nel degrado le nostre città. La logica è stata quella terribilmente provinciale di farsi facile pubblicità distribuendo incarichi in modo superficiale e senza concorsi ad archistar internazionali. Ne sono usciti fuori veri e propri orrori, progetti standard fatti con il ciclostile e riadattati tecnicamente ai siti dove erano destinati, tutti uguali e totalmente irrispettosi dei caratteri stilistici dei luoghi. Invasioni di pareti bianche, orge di travi d’acciaio, profluvi di vetrate in spregio alla bio architettura. Pessimi ma significativi esempi sono la Teca di Meier, la Nuvola di Fuksas, la Vela di Calatrava (un’incompiuta voluta da Veltroni e costata centinaia di milioni di euro) a Roma cui si aggiunge il terribile anonimo ponte a Venezia e tante altre duplicazioni di progetti esistenti nel mondo, tra stazioni ferroviarie e viadotti. Il tutto condito con errori marchiani e lievitazione dei costi. Sprechi e sfregi che dovrebbero costare molto di più alle tasche delle archistar di quanto abbia determinato la Corte dei conti per Calatrava e che mi auguro comunque definisca la fine dell’epoca degli incarichi facili e scenografici”.
E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.