L’intervista di Valentino Di Giacomo
«II governo non vuole combattere l’evasione, ma fare caccia al gettito. Si accanisce sugli scontrini dei bar e vuole obbligare gli italiani a usare il bancomat, facendo grandi favori alle banche, ma non fa assolutamente nulla per combattere la grande evasione che si concentra altrove. Dal meccanismo delle “frodi carosello” che sottrae all’Italia oltre 30 miliardi di euro l’anno all’evasione delle multinazionali e dei colossi del web, dalle aziende dei cinesi e degli extracomunitari che aprono e chiudono senza versare un euro allo Stato. Su questo nella manovra non c’è niente».
Boccia il governo, ma lancia anche chiari avvertimenti alla rinnovata coalizione di centrodestra. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, mette in chiaro che Salvini e Berlusconi dovranno ponderare ogni mossa tenendo ben presente il peso crescente del suo partito.
In Umbria i flussi elettorali indicano che avete svuotato soprattutto Forza Italia. Il Paese si sposta sempre più a destra? «Mi piace pensare che gli italiani si spostino sempre di più verso chi ha posizioni chiare e coerenti. Siamo gli unici che mai hanno promesso una cosa per poi farne un’altra. I dati sull’Umbria ci dicono che a guardare a FdI ci sono elettori di quasi tutti i partiti, anche del M5S. Noi vogliamo essere il punto di riferimento anche per quegli italiani che, in buona fede, hanno votato per i grillini e che oggi si ritrovano al governo con Renzi e il Pd».
Non teme che senza un forte partito moderato rischiate di far intercettare quell’elettorato dall’altro campo di gioco come può avvenire proprio con Renzi? «Io parlo con tantissimi cattolici che sono molto arrabbiati per le derive relativiste contro la famiglia o per l’immigrazione incontrollata, con imprenditori inferociti per tasse, burocrazia e concorrenza cinese. Questi magari, secondo le vecchie categorie, dovrebbero essere moderati ma le assicuro che non ne possono più. Se Lega e Fdi insieme sfiorano il 50% è perché nessuno ha paura di noi, di questa cattivissima destra conservatrice o sovranista. Renzi da rottamatore è diventato un sottoprodotto della prima repubblica, dubito che ci siano elettori di centrodestra che possano trovarlo affascinante».
Alcuni esponenti di Fi hanno chiesto a Salvini di votare in Europa a favore della Commissione Von der Leyen per non isolare il centrodestra in Europa. Può succedere? «A me pare che l’unica isolata sia proprio Von der Leyen, che non gode del sostegno nemmeno della sua presunta maggioranza: un’armata Brancaleone come quella che sostiene il Conte bis. Se ora è m difficoltà e vuole i voti di conservatori e sovranisti si presenti con un programma spiccatamente di centrodestra su immigrazione, tasse e ambiente. Non credo avverrà».
Avverte Salvini come leader del centrodestra o solo della Lega? Differenze con Berlusconi? «Salvini è dal 2018 il leader del partito più votato del centrodestra. Subito dopo esserlo diventato si è trovato a fare un governo con i 5 Stelle e non con il centrodestra. È un paragone impossibile. Devo dire che a volte mi è sembrato più preoccupato di far crescere la Lega che di farsi carico dei problemi della coalizione. Ma la competizione nelle alleanze è normale e francamente io trovo il clima nel centrodestra molto positivo, sia con Salvini che con Berlusconi. C’è voglia di collaborare e di vincere insieme».
Mara Carfagna, sua collega di governo con Berlusconi, è molto critica su questa “deriva a destra” della coalizione. Vuole rassicurarla? «Non spetta ame. Sul piano personale ci conosciamo da tanto e ci stimiamo. Sul piano politico penso che Fi possa avere ancora un ruolo nel centrodestra a patto che abbia ben chiaro che l’avversario sta nell’altra metà campo. Mi ha fatto piacere che nelle ultime ore abbia detto chiaramente “mai con Renzi”. Quando io in passato ho chiesto a Forza Italia e alla Lega di firmare il patto anti-inciucio mi sono ritrovata da sola. Magari stavolta firmeranno».
In Campania avete proposto come candidatura di bandiera Edmondo Cirielli. Sareste pronti comunque a sostenere Caldoro o un esponente di Fi? «Stefano Caldoro è stato un ottimo governatore ma Fratelli d’Italia ha messo in ogni Regione a disposizione della coalizione i suoi uomini migliori. Insieme agli alleati lavoreremo per restare uniti, vincere e governare bene. Nei prossimi giorni verificheremo chi risponde alle caratteristiche necessarie in un equilibrio che terrà conto del peso delle diverse forze. La lotteria dei nomi non è utile e non sarò io ad alimentarla».
AI Sud potete essere un punto di riferimento laddove la Lega è percepita ancora come partito settentrionale? Quali le sfide? «Se il Mezzogiorno non va avanti, non progredirà nemmeno il Nord. Le precondizioni da assicurare al Sud sono 4: sicurezza, infrastrutture, tutela del Made in Italy, turismo. A Napoli abbiamo chiuso la campagna elettorale delle Europee con una grande manifestazione di popolo per ribadire l’attenzione che abbiamo per la Campania e tutto il Sud. Le amministrative ci hanno riservato grandi risultati come l’elezione del sindaco di Castel Volturno, Luigi Petrella».
È interessata a fare il sindaco di Roma o chiederete un candidato di Fdi? «Non credo mi ricandiderò, una strada che ho già percorso. Ma la Capitale ha bisogno di scelte coraggiose e di un candidato forte, credibile e competitivo. A Roma non si può prescindere da Fdi e dal suo radicamento storico. Abbiamo una classe dirigente molto valida che conosce i problemi concreti della città. Ne parleremo con gli alleati. Il nostro obiettivo è vincere e dare ai romani un’alternativa al disastro Raggi e del M5S».