“Il 25 aprile di quest’anno, segnato dalla tragedia del Covid-19, può essere davvero una data per unire e non dividere gli italiani. Per ricordare tutti i caduti, senza alcuna distinzione, ma soprattutto per commemorare quei tantissimi connazionali che sono morti in silenzio e da soli a causa del Coronavirus”. A dirlo la deputata di Fratelli d’Italia, Paola Frassinetti, e le senatrici di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti e Daniela Santanchè, aderendo all’iniziativa “Noi cantiamo la canzone del Piave” presentata oggi in diretta Facebook dal vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa, e da Edoardo Sylos Labini, prevista per sabato 25 aprile alle ore 12 e rivolta a tutti, senza distinzioni politiche e cultura
“Sarebbe bello se questa idea si potesse realizzare. Non ho mai festeggiato il 25 aprile – spiega Paola Frassinetti – che ho vissuto sempre come giornata di odio e divisione. Anzi sarebbe auspicabile se diventasse patrimonio di tutti, senza dividere gli italiani in una parte sbagliata e una giusta. Anche se le forti recrudescenze degli ultimi tempi mi fanno dubitare che si possa uscire da questa logica di scontro. Penso al sindaco di Milano Sala che si è rifiutato di rendere omaggio ai caduti del Campo 10. Ecco, mi auguro che si possa sostituire il Piave a Bella ciao, ma vedendo questi segnali nutro seri dubbi”.
Perplessità condivise anche da Isabella Rauti che dice: “Purtroppo l’Anpi ha già deciso che si canti dai balconi Bella ciao secondo la logica divisiva degli ultimi 75 anni. Possiamo essere d’accordo sul loro slogan ‘io resto libero’ e sui 3 nemici indicati da combattere: le disuguaglianze sociali, il riscaldamento climatico, e l’emergenza sanitaria, ma bisogna rendersi conto che ci sono date e canzoni divisive, come appunto Bella ciao. Credo che tutti, anche alla luce della tragedia che stiamo vivendo, dovrebbero fare uno sforzo e trovare un punto d’incontro in occasione di questo 25 aprile, ricordando i caduti di tutte le guerre, nessuno escluso. E il Piave credo sia un simbolo per tutti”
D’accordo con l’iniziativa anche Daniela Santanchè perché “mai come in questo momento di grande sofferenza abbiamo bisogno di essere liberati. Stiamo combattendo una guerra non con le armi ma con le medicine e siamo in un’economia di guerra e quindi è giusto che il 25 aprile sia la data per ricordare tutti i morti. Non solo di una parte, in una logica di contrapposizione e scontro, mettendo al centro un simbolo che non può che unire quale il tricolore”.