«È lunare che il Parlamento, in questo momento drammatico, si ponga il problema di rendere più facile agli immigrati clandestini arrivare in Italia»
L’intervista di Amedeo La Mattina
Giorgia Meloni usa spesso tre termini, «lunare, ridicolo e vergognoso», per giudicare il governo che ancora deve decidere cosa possono fare gli italiani a Natale, mentre insegue Matteo Renzi alla ricerca di «qualche strapuntino. Considera da «marziani» aprire una discussione su cosa fare in caso di crisi di governo. Per questo invita gli alleati e Matteo Salvini a non inseguire alternative non praticabili: «II centrodestra non si presti ai giochetti di Renzi».
Intanto al Senato i leghisti hanno dato l’assalto ai banchi del governo sul decreto sicurezza. Questo governo ha il diritto o no di modificare norme che ritiene sbagliate? «Trovo veramente lunare, ridicolo e vergognoso che il Parlamento, in questo momento drammatico per le attività produttive e la vita dei cittadini, invece di occuparsi di impedire che il contagio arrivi anche da fuori, si ponga il problema di rendere più facile agli immigrati clandestini arrivare in Italia. È la furia ideologica di questa sinistra che rende tutto grottesco, tragedia del Covid compresa».
Sarà almeno contenta che i pescatori italiani siano rientrati in Italia dalla Libia? «Certo, conosco molto bene le famiglie e sono felice che si possano riunire per Natale. Ma non cancella che sono rientrati dopo più di 100 giorni. Un’enormità. Erdogan in una situazione molto simile ci ha messo cinque giorni per spiegare ad Haftar che doveva far rimpatriare i pescatori turchi».
Lei ha detto che Erdogan ha altri strumenti di persuasione: l’esercito in Libia. Dovremmo fare anche noi così? «Nessuno Stato del mondo, non solo la Turchia di Erdogan, avrebbe tollerato un’azione illegale e piratesca da parte di Haftar, che giova ricordarlo, non ha cerio la forza politica o militare per fare prepotenze all’Italia. Bastava far capire che l’Italia si sarebbe mossa con fermezza per risolvere la questione. Il governo di inetti che ci ritroviamo ha invece subito affermato che per l’Italia esiste solo la strada del dialogo. La politica estera dei figli dei fiori insomma. È questa la ragione per la quale tutti ci mettono i piedi in testa e dobbiamo aspettare più di 100 giorni un signore privo di forza militare e internazionale di nome Haftar. Questa vicenda non rappresenta una vittoria per l’Italia, ma una brutta figura internazionale, anche se Conte e Di Maio vanno in Libia a fare le passerelle».
Natale in zona rossa nei prefestivi e festivi. Lei avrebbe lasciato aperto? «Io mi sarei mossa diversamente fin dall’inizio e non avrei scaricato sulle attività economiche le manchevolezze del governo. Ben altre erano le priorità rispetto a chiudere le palestre o i ristoranti dalle 18. Da tempi non sospetti abbiamo detto che i ristori non erano sufficienti. Ricordo che la Germania i ristori li ha calcolati sul calo dei fatturati e ha detto cosa avrebbe fatto a Natale una settimana fa. Una cosa buona però questo esecutivo l’ha fatta: accogliere la nostra richiesta di stanziare 100 milioni per potenziare il servizio pubblico, attraverso convenzioni con i taxi, Ncc e pullman privati. Il governo ha sbagliato tutto e ora corre ai ripari, ma sempre dopo le riunioni sul rimpasto».
Il centrodestra non sembra unito su cosa fare in caso di crisi di governo: governo ponte, governo di centrodestra con «15 persone di buona volontà», elezioni anticipate. Giorgetti pronto a governare con una maggioranza ampia, magari con a capo Draghi. Dove si ferma il pallino? «Questa discussione è lunare. Un italiano comune che ascolta pensa che siamo marziani. Veramente credete che ci sarà la crisi di governo? Ho visto Renzi aprire tante crisi di governo, sempre negli stessi giorni delle nomine, ora ce ne sono 500 da fare. È una curiosa tempistica. Renzi alza il prezzo per qualche strapuntino, per le nomine che gli interessano e puntualmente le ottiene. Il centrodestra non deve prestarsi a questo gioco sulla pelle degli italiani. Poi c’è la tesi secondo la quale non si potrebbe votare, come se le elezioni fossero una specie di bomba atomica. Eppure negli Stati Uniti hanno votato, e hanno addirittura già avviato già avviato la campagna vaccinale che noi. Il problema non è votare o non votare ma avere governo efficiente, che abbia un mandato popolare, una visione comune e numeri solidi. L’Italia non ha bisogno di una maggioranza messa insieme con la colla e di mantenere buoni i parlamentari scalpitanti. Il centrodestra non deve avvalorare la tesi di una sinistra che ha paura di andare a votare».
Draghi può rimanere dove sta allora. «Non entro nel tema. Dico solo che è ridicolo parlarne adesso. Sono discussioni anni luce lontani dai problemi della gente normale che si chiedono se i figli torneranno a scuola a gennaio, se potranno aprire i negozi e i ristoranti, se le loro aziende falliranno».
Giorgetti vorrebbe sottoscrivere un documento con la Cdu tedesca e preparare la svolta al centro della Lega. «Sulle scelte della Lega non metto bocca, dopodiché osservo che le dinamiche europee sono più complicate di come le immaginiamo in Italia. Accade in diversi Nazioni che nei governi siedano insieme partiti che appartengono a famiglie politiche europee diverse. E non è detto che non sia un elemento di forza. Un giorno si potrebbe arrivare in Europa a formare una maggioranza di centrodestra mentre oggi è governata da un’alleanza innaturale tra Ppe e Socialisti. Bisogna costruire in futuro un’alleanza per staccare i Popolari europei dai Socialisti».