L’intervista di Giampiero Catone
Presidente Meloni, lei ha un ruolo di protagonista in questa difficile stagione politica e sociale. Lei con la coerenza di cui le diamo atto, terrà Fratelli d’Italia fuori il perimetro delta coalizione che sosterrà Mario Draghi. Lei è convinta che la “grande coalizione” in Italia non funzionerà, perché? «L’autorevolezza di Mario Draghi è fuori discussione, ma il problema di questa legislatura rimane il Parlamento e questo Parlamento non è in grado di esprimere una maggioranza forte e coesa capace di sostenere un governo altrettanto forte e coeso, i numeri sono dalla parte di Pd e grillini e questo produrrà un effetto molto semplice nella quotidianità dell’attività di Camera e Senato: sulle questioni dirimenti come immigrazione, fisco, famiglia e tasse il governo si rimetterà puntualmente al Parlamento e la sinistra avrà la meglio in ogni caso. Lo scenario che abbiamo davanti è una maggioranza litigiosa ed eterogenea che finirà per costringere il futuro presidente del Consiglio a continue mediazioni al ribasso, mentre ora la nostra Nazione ha bisogno di chiarezza e coraggio».
Nel centrodestra molti leader sono stati folgorati dalle indubbie capacità di Mario Draghi. Lei invece in questa corsa verso il Governo tecnico o degli “ottimi” non crede. Allora le chiediamo, cosa rischia il Paese da una coalizione così ampia e con la partecipazione dei cosiddetti tecnici? «Ribadisco: in questa legislatura qualunque Esecutivo, anche presieduto da una persona con grandi competenze come Draghi, sarà ostaggio di un Parlamento in mano a sinistra e grillini. Ed è in Parlamento che i provvedimenti, anche i più ambiziosi, devono ottenere i voti per passare. E se questi numeri non ci sono e la maggioranza parlamentare deve mettere insieme visioni e proposte antitetiche tra loro, è motto difficile che si riesca a dare all’Italia le risposte che attende. Fratelli d’Italia farà un’opposizione patriottica sui contenuti e valuteremo senza pregiudizi le proposte che il governo Draghi presenterà, perché siamo patrioti e non abbiamo bisogno di poltrone e ministeri per aiutare l’Italia».
Presidente Meloni, lei ha posto in rilievo le molte contraddizioni su cui poggia la nascita del prossimo Governo. Ci sono forze politiche in piena contrapposizione che annunciano di voler collaborare. In uno scenario di profonde incertezze e disuguaglianze che l’Italia oggi vive, sarà possibile questa conciliazione nazionale, oppure dovremmo aspettarci il ritorno di tensioni mai sopite? «La società italiana non ha bisogno di altre divisioni, ma è innegabile che il futuro governo Draghi dovrà fare i conti con crescenti problemi sociali, sanitari ed economici che affliggono l’Italia. Fin dall’inizio dell’emergenza Covid, Fratelli d’Italia ha offerto le sue idee per aiutare gli italiani ad affrontare questa fase così difficile e quando abbiamo incontrato il presidente del Consiglio incaricato abbiamo parlato esattamente di questo. Ci siamo confrontati sui contenuti e abbiamo fatto avere a Draghi le nostre proposte. Abbiamo parlato di come implementare il Recovery Plan, garantire la continuità delle nostre imprese e dei posti di lavoro, difendere gli asset strategici nazionali, aiutare concretamente tutte quelle categorie economiche che più di altre sono state colpite dalla pandemia».
Volendo spezzare una lancia a favore di Draghi, cosa augura al prossimo presidente del Consiglio? «Di fare bene nell’interesse della Nazione. Augurargli di fare meglio di Conte sarebbe riduttivo e anche offensivo».
A Fratelli d’Italia, ai cittadini del nostro Paese, infine, cosa auspica? «A Fratelli d’Italia e ai nostri cittadini auspico di riuscire a trovare la forza per andare avanti, superando ostacoli e difficoltà. Ci aspettano sfide complesse che il Governo uscente ha reso ancora più complicate, con politiche inefficaci e inutili: penso al bonus monopattini, al reddito di cittadinanza, al cashback, alla lotteria degli scontrini. Politiche scellerate che hanno dilapidato in questi mesi 150 miliardi di euro invece di aiutare chi è stato messo in ginocchio dalla pandemia. Ma ho fiducia: il nostro popolo è abituato a dare il meglio di sé in condizioni difficili. Siamo italiani, dobbiamo solo continuare a crederlo».