“L’alleanza al livello territoriale tiene: governiamo. Ci sono progetti e programmi comuni e li stiamo rispettando. Al livello nazionale ci sono state invece troppe vicende controverse e quindi giustamente Giorgia Meloni ha chiesto chiarezza”. Così il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia a Rainews24 rispondendo alla domanda se la Lega Nord e Forza Italia fossero ancora alleati di Fdi.
“Non siamo noi che dobbiamo fare il primo passo – ha aggiunto – Siamo sempre stati dalla stessa parte. A noi piace la democrazia dell’alternanza che si è fondata nel 1993 grazie alla legge elettorale voluta dall’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Era una riforma maggioritaria che consentì all’Italia di uscire da una democrazia pasticciata in cui i cittadini davano una delega in bianco ai partiti che spesso si trovavano a fare il contrario esatto di ciò che avevano proposto agli elettori per prendere voti e più i partiti erano piccoli più risultavano decisivi.
Si passò a una democrazia che metteva i cittadini al centro della scena politica dando loro la possibilità di decidere non solo da quali partiti essere rappresentati ma anche da chi essere governati. Operazione resa possibile anche con l’introduzione del premio di maggioranza teso a favorire là governabilità”.
“Questa continua a essere la nostra stelle polare, anche perché quella svolta fu confermata da un referendum plebiscitario – ha precisato Rampelli – chi perde le elezioni deve stare all’opposizione chi vince deve governare per 5 anni. Non è possibile intersecare i piani perché, se accade, significa che – pur di governare – ci si vende l’anima al diavolo”.
“Già nel 2018 – ha concluso – chiedemmo di sottoscrivere come coalizione di centrodestra un ‘Patto anti-inciucio’ che però non fu firmato dagli altri leader della coalizione, che avevano fatto votare ai loro gruppi parlamentari nel 2018 la riforma elettorale voluta da Renzi che aboliva il premio di maggioranza. Spero ci sarà un ravvedimento operoso, che già dalle elezioni amministrative in programma nessun partito di centrodestra faccia accordi elettorali con il Pd, perché essere di centrodestra per noi significa avere certi programmi, ma significa anche avere una parola sola E questo riavvicinerà i cittadini alle istituzioni da cui si sono allontanati, schifati, in questi decenni”.
“Non siamo noi che dobbiamo fare il primo passo – ha aggiunto – Siamo sempre stati dalla stessa parte. A noi piace la democrazia dell’alternanza che si è fondata nel 1993 grazie alla legge elettorale voluta dall’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Era una riforma maggioritaria che consentì all’Italia di uscire da una democrazia pasticciata in cui i cittadini davano una delega in bianco ai partiti che spesso si trovavano a fare il contrario esatto di ciò che avevano proposto agli elettori per prendere voti e più i partiti erano piccoli più risultavano decisivi.
Si passò a una democrazia che metteva i cittadini al centro della scena politica dando loro la possibilità di decidere non solo da quali partiti essere rappresentati ma anche da chi essere governati. Operazione resa possibile anche con l’introduzione del premio di maggioranza teso a favorire là governabilità”.
“Questa continua a essere la nostra stelle polare, anche perché quella svolta fu confermata da un referendum plebiscitario – ha precisato Rampelli – chi perde le elezioni deve stare all’opposizione chi vince deve governare per 5 anni. Non è possibile intersecare i piani perché, se accade, significa che – pur di governare – ci si vende l’anima al diavolo”.
“Già nel 2018 – ha concluso – chiedemmo di sottoscrivere come coalizione di centrodestra un ‘Patto anti-inciucio’ che però non fu firmato dagli altri leader della coalizione, che avevano fatto votare ai loro gruppi parlamentari nel 2018 la riforma elettorale voluta da Renzi che aboliva il premio di maggioranza. Spero ci sarà un ravvedimento operoso, che già dalle elezioni amministrative in programma nessun partito di centrodestra faccia accordi elettorali con il Pd, perché essere di centrodestra per noi significa avere certi programmi, ma significa anche avere una parola sola E questo riavvicinerà i cittadini alle istituzioni da cui si sono allontanati, schifati, in questi decenni”.