Due guerre che coinvolgono il mondo, catastrofi naturali che travolgono intere città d’Italia. Ha senso in questo contesto parlare di bellezza? Non è facile rispondere a questa domanda senza rischiare di apparire superficiali ma se guardiamo indietro al nostro recente passato, all’epidemia che ha sconvolto il mondo poco più di tre anni fa, quando per non precipitare nello sconforto della clausura forzata si cantava sui balconi, si dipingeva, ci si ingegnava in cucina, si coltivavano piante, ci accorgiamo che la risposta è lì, semplice e chiara.
Mentre, chiusi nelle nostre case, venivamo bombardati da bollettini che ci aggiornavano quotidianamente sul numero giornaliero di morti e contagiati ci aggrappavamo alla vita, alla bellezza di un dipinto, di una canzone, di un piatto cucinato a arte. Non è un caso che quando si ha paura si canta.
La bellezza ci conforta quando intorno vediamo minacce, distruzione, annientamento, ci offre un modo per non perderci.
E’ un efficace antidoto alla devastazione, di più è una risorsa irrinunciabile per l’umanità.
Quindi la risposta è sì, anche in tempi così bui continueremo a parlare di bellezza, di eccellenza. Sarà la bussola che ci darà la direzione, il filo che ci lega a quello che siamo.
La Sovrana bellezza siamo noi.