“In Rai si respira un clima inquietante. Apprendo infatti che alcune giornaliste del servizio pubblico, in particolare del Tg1, sarebbero state aggredite violentemente a mezzo social, anche con minacce di morte, per non aver aderito allo sciopero organizzato dal sindacato di sinistra di viale Mazzini. È un fatto gravissimo, che rimanda la mente agli anni di piombo, quando i cosiddetti ‘crumiri’ venivano aggrediti dai comunisti scioperanti. Alle giornaliste Rai va tutta la mia solidarietà, mentre ai livorosi che non accettano la pluralità di idee all’interno della Rai gli italiani rivolgono un messaggio chiaro: il vento è cambiato, il servizio pubblico non può più essere ostaggio di gruppuscoli di potere discriminatori imbevuti di ideologia”. Lo dichiara in una nota Raffaele Speranzon, senatore vicecapogruppo vicario di Fratelli d’Italia e componente della commissione Vigilanza Rai.
“Apprendiamo dalla viva voce del direttore generale della Rai, Giampaolo Rossi, che alcune giornaliste che non hanno aderito allo sciopero permettendo così al Servizio pubblico di tenere informati i cittadini attraverso i telegiornali, in queste ore sono state oggetto di intimidazioni. A loro va tutta la nostra solidarietà”, aggiunge la senatrice di Fratelli d’Italia, Ester Mieli, commissario in Vigilanza Rai, che esprime “soddisfazione per le audizioni del Dg Rai Giampaolo Rossi e dell’Ad Roberto Sergio per aver con dati e numeri smascherato tutte le fake news del racconto della sinistra”.
“Lo sciopero è un diritto, quanto quello di poter scegliere di lavorare. Questo è un principio che non può essere messo in discussione soprattutto quando si fa del concetto di ‘libertà e pluralismo’ una vera e propria crociata”, conclude il deputato di Fratelli d’Italia e componente della Vigilanza Rai, Gianluca Caramanna.