“Il Dl Agricoltura è legge. Ringrazio tutti i parlamentari che hanno sostenuto questo decreto, i sottosegretari Patrizio La Pietra e Luigi D’Eramo, e i presidenti delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, Luca De Carlo e Mirco Carloni. Mettiamo a terra importanti interventi per il settore agricolo, della pesca e dell’agroalimentare, ne potenziamo l’impatto e introduciamo nuovi strumenti per affrontare le crisi e le emergenze. La conversione in legge del decreto rappresenta un importante tassello della strategia complessiva che il governo Meloni ha disegnato per lo sviluppo del settore agricolo e della pesca e che mira in prospettiva a rilanciare complessivamente l’agricoltura italiana anche a livello europeo e mondiale”. Lo dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, dopo la conversione in legge del Dl Agricoltura.
“Abbiamo messo a disposizione oltre 500 milioni di euro per sostenere le filiere in difficoltà, affrontare le emergenze, garantire maggiori controlli, specialmente sulle importazioni e assicurare un giusto reddito ai nostri produttori”, ha sottolineato il ministro. “Inoltre, abbiamo rafforzato, insieme alla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, le azioni a contrasto del caporalato e contro le pratiche sleali per chi compra prodotti agricoli sottocosto, perché le eccellenze del nostro made in Italy devono essere legate non solo alla qualità indiscussa delle produzioni agricole italiane, ma anche alla dignità dei lavoratori agricoli. Continueremo a sostenere i nostri pescatori, agricoltori e imprenditori che ogni giorno fanno grande la nostra Nazione. La difesa del settore primario rappresenta un interesse centrale per il governo”, ha concluso il ministro.
“Nel decreto si affrontano temi importanti che incidono profondamente sulla tenuta stessa delle nostre filiere, anche a causa di eventi non prevedibili, come i fenomeni atmosferici o i teatri di guerra che hanno generato asimmetrie socio economiche. L’art. 1, tra l’altro, prevede una moratoria su mutui e finanziamenti per le imprese agricole e della pesca che hanno subito un calo del volume di affari di almeno il 20% o un calo della produzione del 30% nell’anno precedente, lo stanziamento di 5 milioni per la ristrutturazione delle imprese agricole nel settore olivicolo e oleario , agrumicolo e lattiero caseario del settore ovino e caprino.
Si destinano risorse del Fondo di sviluppo e il sostegno delle filiere agricole nel limite di 32 milioni di euro ai produttori di grano duro e dell’intera filiera cerealicola , nonché ai consorzi della pesca per interventi in conto capitale destinati al sostegno e allo sviluppo della filiera ittica di contrasto alla crisi generata alla proliferazione del granchio blu. Si individua la figura di un commissario nazionale per l’emergenza granchio blu che dovrà varare un piano dedicato ad arginare la proliferazione della specie con il coinvolgimento di tutti gli enti competenti, così come si individua un commissario per l’eradicazione della brucellosi e della tubercolosi bovina e bufalina i cui focolai sono presenti in Campania e in altre regioni del mezzogiorno.
Il decreto tratta anche l’annosa questione del caporalato ed agisce per rafforzare il controllo, prevedendo che il personale dei Carabinieri in servizio presso l’Ispettorato del lavoro abbia accesso a tutte le banche dati dell’ Inps, e autorizza Inps ed Inail per l’anno 2024 ad un aumento di personale nella misura di 514 unità. Presso il Ministero del Lavoro sarà istituito un sistema informativo dedicato esclusivamente alla lotta al caporalato al fine di rafforzare il controllo e il monitoraggio sul fenomeno indegno dello sfruttamento dei lavoratori a cui questo governo ha dichiarato una guerra senza quartiere ed è per questo che sono coinvolti tutti gli attori possibili , dal Ministero del Lavoro, a quello degli Interni, Guardia di Finanza, Agricoltura, Agea, Istat, le Regioni.
Inotre, agisce in termini di contrasto a fenomeni drammatici e per certi versi ancora irrisolti che rischiano di minare intere filiere e incidere negativamente sull’intera economia agricola, come la peste suina africana dove per la messa in bio sicurezza si investono altri 20 milioni di euro nel biennio 24/25. Nel decreto vi sono anche importanti disposizioni e risorse destinate per il sostegno alla lotta contro fitopatie che hanno afflitto varie produzioni dalla perenospera per la vite. Si prevede, inoltre, la tutela delle denominazioni di origine e sulle produzioni biologiche. La razionalizzazione della macchina amministrativa, interventi in materia di siccità”, l’ha affermato in Aula, durante la dichiarazione di voto l’on. Marco Cerreto, capogruppo in Commissione Agricoltura per Fratelli d’Italia.
“Era dai tempi della riforma agraria del 1950 che un governo non metteva al centro della sua agenda politica il settore primario. Ma quella era un’altra Italia e agricoltura e pesca erano motore trainante dell’economia. Oggi, in un quadro economico sostanzialmente mutato ritroviamo, finalmente, un governo che ad agricoltura, pesca e acquicoltura dà il rilievo che merita. Per questo avevamo bisogno di dare sicurezza a tutti gli operatori. L’agricoltura e la pesca italiane possono tornare ad essere un fiore all’occhiello della nostra Nazione”, ha aggiunto Aldo Mattia, deputato e responsabile nazionale del Dipartimento Agricoltura di Fratelli d’Italia.