“Quello delle ‘materie prime critiche di interesse strategico’ rappresenta un tema di scottante attualità e di importanza cruciale per il futuro della nostra Nazione, con rilevanti e noti risvolti geopolitici. Parliamo di materiali necessari alla costruzione di tecnologie avanzate nel settore della difesa, in quello aereospaziale e della transizione energetica. Nei prossimi anni la richiesta aumenterà a livello esponenziale, ma l’Europa e l’Italia sono quasi totalmente dipendenti dalle importazioni, rendendole vulnerabili a possibili rischi di approvvigionamento. Basti pensare che il 97 per cento del magnesio utilizzato in Europa viene acquistato dalla Cina, il 63 percento del cobalto mondiale dal Congo e di quest’ultimo il 60 per cento e raffinato in Cina.
Ecco perché il governo Meloni sente forte l’esigenza di garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche, snellendo e sburocratizzando i termini e le procedure per il rilascio di titoli per l’estrazione e al tempo stesso snellendo i termini per l’autorizzazione di progetti per il riciclaggio delle materie prime”. Lo dichiara il senatore Salvo Pogliese, capogruppo in commissione Industria in Senato, nel corso del suo intervento in Aula come relatore del decreto ‘materie prime critiche’.
“Il decreto sulle materie prime di interesse strategico è un provvedimento innovativo che aiuterà l’Italia a non restare indietro. Si tratta di un tema su cui sarebbe stata auspicabile l’unanimità di convergenza su queste norme ma dall’opposizione non abbiamo visto alcun impegno concreto tranne quello ideologico. Il governo Meloni, invece, agisce sempre nell’interesse nazionale, un interesse dato dalla necessità di accorciare i tempi di approvvigionamento di queste materie che, come si sa, vengono estratte per lo più al di fuori dei confini dell’Europa e vogliamo per questo non restare indietro al competitore cinese.
Materie come il litio e il cobalto sono il petrolio e il gas del futuro e con questo decreto resuscitiamo anche la nostra industria mineraria ferma da decenni”, afferma in aula il senatore di Fratelli d’Italia Gianpietro Maffoni, componente la Commissione Industria e Commercio di Palazzo Madama.