“Per l’ennesima volta ci ritroviamo a prendere atto di una decisione di magistrati che di fatto annulla e contrasta le scelte politiche del governo e della maggioranza di centrodestra in tema di gestione dell’immigrazione illegale. Come non interpretare in questo modo la decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento dei 12 migranti fermati all’interno del Cpr albanese? E’ evidente che siamo di fronte a un’invasione di campo di una parte della magistratura, politicizzata, che in questo modo vuole fare opposizione a questo governo ed a questa maggioranza, che gli italiani hanno scelto e votato. Non spetta alla magistratura decidere quali siano i Paesi di provenienza sicuri.
Con queste azioni vorrebbero abolire i confini rendendo di fatto impossibile trattenere chi entra illegalmente e vietare di rimpatriare i clandestini. L’Italia diverrebbe una sorta di terra di nessuno dove chiunque può entrare e la legge non conta nulla. Questo è inaccettabile. Fratelli d’Italia e questo governo andranno avanti nell’attuare la volontà degli italiani chiaramente espressa con il voto”. Lo dichiara il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan.
“A poche ore dall’ingresso dei primi migranti nei centri italiani in territorio albanese sono arrivate puntuali, e annunciate, le decisioni dei giudici di non convalidare il trattenimento disposto dalla Questura di Roma per gli stranieri provenienti da Egitto e Bangladesh. Questo perché Egitto e Bangladesh, a parere dei magistrati, non sarebbero nazioni sicure, nonostante figurino nella lista dei “Paesi sicuri” redatta a valle di una articolata istruttoria che coinvolge diversi ministeri. Viene citata la recente sentenza della Corte di Giustizia europea sul tema, omettendo però che si tratta di un pronunciamento che riguarda Repubblica Ceca e Moldova che non introduce alcuna eclatante novità in materia di applicazione della direttiva da parte dell’Italia.
Tra i giudici che hanno preso la decisione c’è anche Silvia Albano, presidente di Magistratura Democratica, salita agli onori delle cronache perché sul proprio profilo social rilanciava raccolte fondi in favore delle Ong del mare. Ormai è palese che alcuni magistrati non abbiano più chiaro il confine tra professione e militanza politica. Questo è un insulto ai cittadini che si sono espressi chiaramente con il loro voto e hanno chiesto a questo governo di contrastare l’immigrazione illegale di massa e di far rispettare le regole”, afferma il deputato di Fratelli d’Italia Sara Kelany, responsabile immigrazione del partito.