L’intervista a La Repubblica di Carmelo Lopapa
«Il Pdl ha identificato Monti con il male e poi gli ha offerto la premiership. Senza dire dei 200 mila che volevano le primarie».
«Chi me l’ha fatto fare? Clint Eastwood non rientra nel nostro Pantheon ma amo identificarmi con una sua battuta geniale: se vuoi la garanzia, allora comprati un tostapane». Giorgia Meloni è passata dalla corsa interrotta alle primarie Pdl a “Fratelli d’Italia” con La Russa e Crosetto.
Valeva la pena lasciare il partito, fondarne uno nuovo, per ritrovarsi comunque con Berlusconi leader della coalizione e candidato premier? «Valeva la pena avere il coraggio di dar vita a un movimento che non fosse la riedizione di qualcosa che è già stato, e mi riferisco ad An. Ma soprattutto di creare qualcosa di simile a quel che avremmo voluto fosse il Pdl, ma non è stato».
Sì, ma Berlusconi? Gira e rigira sarà il vostro leader. «Se non fossimo alleati con il Pdl faremmo gli interessi del centrosinistra o del grande centro filo-tecnocrati. Dobbiamo allearci con loro. Berlusconi non avrebbe dovuto candidarsi e questo lo dicevo anche dal Pdl. Ma è il leader del partito più forte della coalizione, e in democrazia questo conta. Per noi è il federatore dell’area di cui fa parte Fratelli d’Italia».
Perché allora non restare nel Pdl? Cosa non andava da quella parte? «E un partito che non ha capito la lezione che gli italiani ci hanno impartito. Che ha identificato Monti col male, mettendolo in crisi, salvo poi chiedergli di unire i moderati. Che ha annullato le primarie dopo che 200 mila persone avevano firmato per i candidati».
Che roba è questo”Fratelli d’Italia”? Chi siete adesso? «Siamo di centrodestra. Ancorati ai valori del Ppe. Meritocrazia, onestà, trasparenza, partecipazione i nostri punti di riferimento. Stanno nascendo gruppi ovunque, c’è una risposta entusiastica dal territorio».
Ma cosa ci fanno insieme Meloni, La Russa e Crosetto? «Quello che ci facevano insieme nel Pdl. E il progetto sta tutto nel nome. Fratelli d’Italia: quello che siamo insieme vale più di quel che possiamo essere divisi. E poi, onore a La Russa: da coordinatore Pdl non correva rischi. E, come lui, io e Crosetto. Avevamo tutti il “tostapane” garantito, direbbe Clint. Ma ci rimetteremo in gioco».
Storace non molla, ci sarà anche lui. Non sono troppi due partiti alla destra del Pdl? «La nostra competizione non è con la Destra. Ma col Pdl».
Monti c’è. Anzi forse no. Ci pensa. «Si è inserito perfettamente nel teatrino della politica. Speriamo mai più Monti: un anno è bastato, ha lasciato un’Italia peggiore».
Ci toccherà una riedizione del Berlusconi vs Pd? «A sinistra hanno avuto paura del rinnovamento rappresentato da Renzi, a destra di investire sui giovani. Il risultato di decenni governati da ultra sessanta-settantenni è l’Italia che abbiamo sotto gli occhi. Noi saremo dalla parte dei non garantiti, dei giovani, dei precari, delle famiglie, delle partite Iva, di chi è stato abbandonato da politica e sindacati».
Sembra che la sigla “Fratelli d’Italia” fosse già registrata dalla Biancofiore. Avete chiesto il permesso a lei o a Berlusconi? «Nessun permesso. Abbiamo depositato un altro simbolo. La Biancofiore di sigle ne aveva registrate parecchie».
Davvero candiderete i due marò? «Dovrebbero rientrare in India tra 15 giorni. Metteremo a loro disposizione i nostri posti migliore. Ma si tratta di un’ opzione simbolica. La politica non dovrà dimenticarli».