“Il voto di oggi sulla riforma della Politica Agricola Comune 2014 – 2020 rappresenta un netto miglioramento rispetto alla posizione iniziale della Commissione europea. Tuttavia sono ancora troppe le criticità per l’Italia, soltanto parzialmente alleviate dal tetto massimo al taglio del premio PAC e dagli aiuti accoppiati, oltre che dall’evitata liberalizzazione dei diritti di reimpianto dei vini e dalla salvaguardia del settore risicolo e dell’ortofrutta, due comparti d’eccellenza a livello nazionale che abbiamo tutelato.
L’impianto complessivo della nuova PAC è troppo penalizzante per i nostri agricoltori. Toglie troppe risorse all’Italia non tenendo adeguatamente in considerazione l’alto valore aggiunto della nostra agricoltura, migliora ma non elimina le storture derivanti dal greening, porta ad una eccessiva riduzione dei contributi diretti in particolare per alcuni settori come la zootecnia da carne e da latte (quest’ultima già colpita dalla fine del regime delle quote latte nel 2015), non investe abbastanza sul ricambio generazionale. Per queste ragioni la delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo si è astenuta sui regolamenti sul primo e secondo pilastro, che rappresentano il fulcro della nuova Pac. Abbiamo invece sostenuto gli altri due regolamenti, che mirano alla semplificazione burocratica e al sostegno delle misure di mercato, e il regime transitori o che consentirà agli agricoltori di poter continuare ad accedere agli aiuti diretti nel 2014, in attesa dell’entrata in vigore delle nuove regole l’anno successivo. Ci impegneremo sempre per modificare provvedimenti critici ma non voteremo più niente che possa ledere i nostri interessi nazionali. L’agroalimentare italiano rappresenta il 17% del Pil nazionale e noi lo vogliamo difendere dall’euroburocrazia ottusa e dalla concorrenza sleale”.
Lo dichiarano Carlo Fidanza e Marco Scurria, europarlamentari di Fratelli d’Italia, a margine del voto di stamattina a Strasburgo.
Strasburgo, 20 novembre 2013