Tetto: disponibili a portarlo anche a 5 mila euro ma i dem hanno detto no. Rischio: lo Stato perde credibilità. I cittadini si allontanano dalla politica.
L’intervista a Il Tempo di Luca Rocca.
Mesi e mesi a lavorare, lottare e tentare di mediare per far passare la proposta sul taglio delle pensioni d’oro e invece, in un attimo, la maggioranza, Partito democratico, Forza Italia e Sel, approvano in Commissione Lavoro un emendamento che sopprime il testo presentato da Fratelli d’Italia e sancisce, probabilmente in modo definitivo, la possibilità di intervenire sui “privilegi d’oro”.
Una scelta che lascia basita il capogruppo di FdI, Giorgia Meloni.
Onorevole Meloni, la sua proposta è stata cassata dalla Commissione Lavoro. Come giudica la scelta? Una pagina vergognosa di storia parlamentare che racconta della totale incapacità di buona parte di questa classe politica, che non si rende conto di come scelte di questo tipo contribuiscano ad allontanare gli italiani dalla politica e a fargli perdere la fiducia nella credibilità dello Stato. Uno stato ingiusto che continua a difendere i privilegi di alcuni e a bastonare la massa dei cittadini normali e onesti. Ero convinta potessimo dare un segnale diverso, ora sono avvilita, perché ho a lungo lavorato per trovare una convergenza su questo testo, dando totale disponibilità a modifiche anche importanti. Ero ottimista perché una proposta sensata non si boccia aprioristicamente per difendere i soliti noi. Ma dopo l’approvazione dell’emendamento soppressivo mi devo ricredere.
Può essere stato un errore voler fissare un tetto troppo basso, a 3200 euro netti? Questo è ciò che hanno raccontato quelli del Partito democratico, ma è una bugia. Nella nostra proposta non abbiamo individuato un numero, ma c’è scritto ‘dieci volte il trattamento minimo’, che se volessimo essere fiscali sarebbe di 4920 euro nette. Al Pd, che poneva questo tipo di problema, abbiamo detto che non c’era nessun problema e che il tetto delle 5 mila euro nette andava benissimo. Ma non è servito a nulla perché per loro era solo un alibi. Anche perché sapevano che eravamo disponibili ad accogliere un emendamento correttivo, e invece loro che fanno? Approvano un loro emendamento soppressivo addirittura prima di presentare emendamenti di merito. La nostra posizione non demagogica e disponibile a modifiche per migliorare il testo li ha messi con le spalle al muro. Ora tentano di giustificarsi con una serie di idiozie. Perchè in realtà il Pd si è sempre schierato coi pensionati d’oro che sono anche classe dirigente di questo Paese, nella maggior parte dei casi amici loro. La nostra proposta toccava privilegi intoccabili, e alcuni di questi privilegiati sono gli stessi che avrebbero dovuto approvare il nostro provvedimento.
Nella proposta, oltre al tetto, c’era anche il cumulo di tutte le pensioni, comprese quelle integrative e complementari, e il calcolo contributivo, dopo una certa soglia, per le pensioni già erogate col metodo retributivo. Un errore “politico” chiedere troppo? Non è un errore perché noi siamo sempre stati disponibili a modifiche. Ad esempio esentare le pensioni integrative e complementari era giusto e ci andava benissimo. Ma non è servito a nulla. Ora dicono che vogliono presentare una proposta migliore, ma non se ne farà più niente. Il provvedimento andrà in aula con il voto negativo del relatore, poi arriverà di nuovo in commissione e chiederanno approfondimenti che non sono stati in grado di ottenere negli ultimi otto mesi, e alla fine il testo sarà seppellito.
C’è chi pensa che la vostra proposta sia demagogica. È falso. Non c’è demagogia nel voler intervenire su chi i contributi non li ha versati e se li fa versare da centinaia di migliaia di persone che non avranno mai una pensione decente. Sapevamo che stavamo mirando in alto, ma lo ritenevamo giusto. Non vogliamo tagliare le pensioni della gente, ma approvare una norma di giustizia sociale. È assurdo che ci sia una differenza cosi macroscopica tra chi ha una pensione da 10 mila euro da quando aveva 58 anni e chi andrà in pensione a 70 anni portandosi a casa 800 euro al mese. I pensionati d’oro stanno togliendo il futuro ai loro figli e ai loro nipoti.
A parte la Lega Nord, che vi ha sempre sostenuto in questa battaglia, dal M5S forse vi sareste aspettati un appoggio incondizionato. E invece vi hanno lasciati soli o quasi. Anche se il M5S ha votato contro l’emendamento che sopprimeva il nostro testo, in tutti questi mesi non sono certo stati solerti. Non ci hanno appoggiato. La verità è che loro prediligono la comunicazione alla concretezza. Vogliono portare a casa solo il “risultato comunicativo”. Loro sono fatti così: o possono intestarsi una battaglia politica o fanno finta di niente. In questo caso si sono sentiti scavalcati e non ci hanno affiancati.
Pensa che la bocciatura di un provvedimento che taglia le pensioni d’oro fornisca “benzina” all’antipolitica? Se il Parlamento difende le pensioni d’oro, la gente si arrabbia. E ha ragione. Sono arrabbiatissima anch’io.
Come vi muovete adesso per non rinunciare alla battaglia? Intanto diremo agli italiani quello che è accaduto, perché debbono sapere da chi sono rappresentati in Parlamento. Pensi a tutte quelle brave persone del Pd che hanno pagato due euro per votare Renzi alle primarie e si ritrovano un partito che vota questi provvedimenti. Se pensano che rinunceremo a raggiungere questo obiettivo, hanno capito male. Continueremo la nostra battaglia, presenteremo una nuova proposta. Finché starò in Parlamento questo tema non sarà abbandonato. Lo Stato italiano deve capire che occorre dare segnali di giustizia sociale alla gente o gli italiani non crederanno mai più nello Stato.