di Giorgia Meloni
12 marzo 2014
Neanche il tempo di rifiatare dalle emozioni forti del Congresso nazionale di Fratelli d’Italia, che siamo dovuti rientrare precipitosamente nella trincea di Montecitorio nel tentativo d’impedire lo scempio della nuova legge elettorale partorita dal duo Renzi-Verdini. Non ci siamo riusciti, per poco. Il nostro emendamento contro le liste bloccate e per la reintroduzione delle preferenze è stato votato, sorprendentemente, da 264 deputati, quindi ben oltre i 9 della generosa pattuglia FdI alla Camera. Purtroppo ne servivano altri 35 per sconfiggere questa trappola vigliacca realizzata contro il diritto degli italiani a scegliersi da soli i propri rappresentanti. Pazienza, come si dice: mancò la fortuna, non il valore. Continueremo a batterci per la libertà di chi non accetta di essere considerato cittadino solo quando bisogna pagare le tasse.
Proprio al congresso di Fiuggi abbiamo potuto ragionare e ristabilire le priorità del nostro agire: una riforma del lavoro fatta nell’interesse dei non garantiti; il tetto alla tassazione in Costituzione; una politica economica interamente improntata sul “favor” verso le famiglie; il recupero della dignità nazionale negli affari esteri. Ciò vuol dire anche una chiara opposizione a questa Europa ben lontana dal sogno europeo di cui ci innamorammo tanti anni fa. In particolare, ciò vuol dire: no all’euro e sì al recupero della nostra sovranità monetaria.
Sono questi solo alcuni dei temi che hanno infiammato i due giorni trascorsi insieme nel congresso che ha rimesso la destra in cammino. Una comunità di uomini e di donne dispersa in mille rivoli, per colpa di scelte assurde che non vale neanche più la pena di ricordare, si è ricomposta sotto il sole di una stagione nuova. La storia di Alleanza Nazionale si riafferma in un soggetto politico che non ha paura di mostrare, anche nel simbolo, la propria origine. D’altra parte, non ha nemmeno timore di mescolare in giuste dosi le idee di ieri con quelle di domani che profumano di libertà, di cattolicesimo, di riformismo. Non si torna indietro, non si ferma il vento con le mani. Una nuova generazione di persone e valori merita di ricevere il testimone dalla precedente, per consegnarlo a chi verrà dopo di noi. E’ la magia della politica, quella vera. Non la caricatura a cui abbiamo assistito in questi anni. È un’avventura di popolo, non una carriera individuale. Ci sarà da lottare e da divertirsi.
Grazie a tutti per l’entusiasmo, per i contributi di idee, per la voglia di ricominciare. La speranza divampa.