“Ogni volta che c’è una tragedia si torna a parlare dell’emergenza abusivismo edilizio. Che non è un’emergenza visto che in Italia ci sono oltre un milione di manufatti abusivi. Uno dei motivi che scatena le opere illegali, nessuno lo dice per paura di apparire politicamente scorretto, è l’eccesso di dirigismo, la sostanziale impossibilità di chiedere permessi e ottenere autorizzazioni in tempi ‘umani’, anche a causa di un vincolismo disordinato ed esasperato.
La questione si divide in due parti: gli interventi per stroncare i 20mila abusi/anno che tuttora si realizzano e il metodo per mettere le mani su quelli del passato.
Sul primo quesito le risposte sono facili e immediate e il governo deve fare i suoi passi, decisi e subito. Sul secondo è necessario un grande piano nazionale per delocalizzare, cioè abbattere e consentire la ricostruzione in aree regolari, ammettendo la correità della pubblica amministrazione perché una casa non è un telo di merce contraffatta. Per arrivare al tetto servono anni ed è evidente che le autorità competenti si siano girate dall’altra parte per facilitare l’ultimazione delle opere. Occorre rivedere il regime dei suoli, stroncare la
speculazione fondiaria e consentire al comune cittadino di chiedere un permesso e avere una risposta rapida. Per le demolizioni inevitabili di edifici a rischio, come tutti quelli collocati nel letto dei fiumi, occorre varare un’autorità terza che liberi gli amministratori locali da responsabilità che non possono prendersi e dall’impossibilità economica di procedere materialmente agli abbattimenti e tuteli la vita di persone e famiglie”.
È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia a Coffee Break