Fratelli d’Italia chiede al ministro della Difesa e al ministro del Lavoro di spiegare per quale ragione in piena pandemia, oltre 9.700 volontari del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana attualmente utilizzati nell’impiego a supporto delle Forze armate e in attività di emergenza Covid-19, si vedono negati dall’Inps la tutela del posto di lavoro e della retribuzione, con la conseguenza di numerose richieste di congedo.
La parlamentare marchigiana di Fratelli d’Italia Lucia Albano ha presentato sul tema, alla Camera, un’interrogazione al Governo.
Trovo estremamente grave, dichiara, che attraverso una semplice circolare datata 5 febbraio 2021, a seguito di pareri espressi proprio dal ministero della Difesa e del Lavoro, L’INPS neghi per i Militari Volontari della CRI, attualmente richiamati in servizio in emergenza pandemia e a sostegno della campagna vaccinale, la tutela di cui alla legge n. 653 del 194, costringendoli di conseguenza, in gran parte, a dover chiedere il congedo anticipato, data l’improvvisa sospensione della garanzia di indennizzo e della conservazione del posto di lavoro. Ci auguriamo che il Governo ponga immediatamente rimedio a questa ingiustizia a danno dei nostri uomini e donne della CRI, che possono e devono contribuire fattivamente a fronteggiare l’emergenza in atto.
La parlamentare marchigiana di Fratelli d’Italia Lucia Albano ha presentato sul tema, alla Camera, un’interrogazione al Governo.
Trovo estremamente grave, dichiara, che attraverso una semplice circolare datata 5 febbraio 2021, a seguito di pareri espressi proprio dal ministero della Difesa e del Lavoro, L’INPS neghi per i Militari Volontari della CRI, attualmente richiamati in servizio in emergenza pandemia e a sostegno della campagna vaccinale, la tutela di cui alla legge n. 653 del 194, costringendoli di conseguenza, in gran parte, a dover chiedere il congedo anticipato, data l’improvvisa sospensione della garanzia di indennizzo e della conservazione del posto di lavoro. Ci auguriamo che il Governo ponga immediatamente rimedio a questa ingiustizia a danno dei nostri uomini e donne della CRI, che possono e devono contribuire fattivamente a fronteggiare l’emergenza in atto.