Il lavoro è sacro, è vita, al di là delle appartenenze politiche. Berlinguer, Almirante e Andreotti andavano nelle stessa direzione di fronte alla sacralità del lavoro.
“Il Parlamento ha scritto una pagina davvero triste. Non hanno avuto l’autorevolezza, la perspicacia e la responsabilità di affrontare la vicenda Alitalia,. Hanno preferito la via di fuga alle quali nessuno più crede. È stato ampiamente smascherato il gioco. Prima se n’era occupato il presidente del Consiglio Draghi, poi il Mef, poi la crisi è passata al Mise, anche il ministero delle Infrastrutture. Oggi si fa persino fatica a coinvolgere le commissioni, le cui audizioni sono segretate su richiesta del pres. Altavilla. Una cosa gravissima. Altro che palazzo di vetro. La Camera è diventata il porto delle nebbie che consente al presidente di Ita di fare il gradasso con i soldi pubblici, di rifiutarsi di incontrare i lavoratori e di presentare un piano industriale. E ora arriviamo alla fuga. Arriviamo di fatto ad autoinfliggerci come parlamentari la menomazione di poter dare indirizzi al Governo. Ci sono cose che vanno al di là della destra e della sinistra. Chi viene da militanza, sa che su alcune questione come la tutela del posto di lavoro, che è vita, non ci sono appartenenze politiche e ideologiche. Berlinguer, Almirante e Andreotti andavano nella stessa direzione di fronte alla sacralità del lavoro”. E’ quanto ha dichiarato in aula il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, primo firmatario della mozione su Alitalia, commentando la richiesta di rinvio ad altra seduta della discussione sugli atti di indirizzo sulla compagnia di bandiera calendarizzati oggi a Montecitorio.