“Il caso De Raho non è una questione politica che riguarda maggioranza e opposizione, è un conflitto di interessi clamoroso che investe una commissione bicamerale che svolge un ruolo delicatissimo, quello del contrasto a tutte le mafie. Appare ridicolo, dunque, che dopo le ultime rivelazioni – che parlano di un De Raho consapevole di quanto Striano e Laudati stavano architettando – Giuseppe Conte non solo continua a chiamare ‘campioni’ i suoi due parlamentari, ma nega l’evidenza: uno dei suoi due ‘eroi’ potrebbe aver omesso il losco affaire degli spioni.
La domanda che ci si deve porre è una sola: le calunnie di cui parla De Raho che riporta lo stesso Conte oggi sono quelle di un suo aggiunto in Dna? E se così fosse possibile che i procuratori bravi e integerrimi sono soltanto quelli candidati dal Movimento Cinque Stelle? Insomma, la linea di Conte e di De Raho fa acqua da tutte le parti, intanto, il conflitto di interessi, grande come una casa, continua a persistere. E continuo a pensare che l’unico modo per sbloccare la situazione siano le dimissioni di De Raho dalla commissione”. Lo dichiara il deputato Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione bicamerale Antimafia.
“Alla luce di quanto sta emergendo, la posizione e l’operato di De Raho sollevano preoccupanti interrogativi sulla reale indipendenza e neutralità della sua condotta e dei suoi giudizi all’interno della commissione. Gli italiani hanno il diritto di sapere che chi lavora per combattere il crimine organizzato è davvero libero da ogni sospetto di contiguità o di interessi personali”, aggiunge il deputato di Fratelli d’Italia e componente della commissione Antimafia, Saverio Congedo.
“È imbarazzante leggere che l’unica difesa dell’on. De Raho si adagi sul più classico dei copioni del ‘vittimismo di circostanza’. La Dna è il patrimonio che Giovanni Falcone ci ha lasciato e, in termini edulcorati, l’imperizia manifesta che si sta cristallizzando dagli atti ha evidentemente determinato, durante la ‘gestione De Raho’, quel senso di impunità in capo ai protagonisti di una delle peggiori pagine della Repubblica italiana”, conclude in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Giandonato La Salandra, componente della commissione Antimafia.