“Fratelli d’Italia è il partito della produzione e della Nazione, consapevole che “più impresa significa più Italia”: è quanto ha evidenziato ad Atreju il senatore Adolfo Urso, responsabile Impresa di FdI introducendo i lavori del dibattito “L’Italia che pensa in grande” a cui hanno partecipato Vincenzo Boccia (presidente Confindustria), Carlo Sangalli (presidente Confcommercio), Marco Granelli (vicepresidente vicario Confartigianato), Ettore Prandini (presidente Coldiretti), Massimiliano Giansanti (presidente Confagricoltura), Paolo Agnelli (presidente Confimi Industria), Maurizio Casasco (presidente Confapi), Guido Crosetto (presidente AIAD). Il dibattito è stato moderato da Fabio Tamburini (direttore Il Sole 24 Ore).
“Il bilancio del primo governo Conte – continua il senatore Urso – è stato disastroso sul piano economico e produttivo: il debito pubblico ha segnato il record storico di 2410 miliardi, la produzione industriale è crollata, la produttività è diminuita, i consumi sono in frenata, i tavoli di crisi nazionali sono ormai 183 con 300mila lavoratori a rischio. L’Italia è in stagnazione sull’orlo della recessione, ultimo vagone in Europa. Il nuovo governo Conte lascia nelle stesse mani di Cinque Stelle i principali Ministeri produttivi, a cominciare dallo Sviluppo economico e del Lavoro, e per giunta sposta l’asse ancora più a sinistra proprio mentre è chiaro a tutti che oggi più che mai necessita una politica di destra per ripristinare la strada della crescita. La nuova alleanza di governo persevera nell’errore di una politica contro l’impresa, la produzione, il lavoro. Il simbolo di questo governo è la vicenda Whirlpool, in cui si sommano gli errori e i tradimenti del Pd con gli errori e i tradimenti di Cinque Stelle”. “Noi intendiamo scrivere un patto con le forze produttive e sociali per porre l’impresa e il lavoro, gli investimenti e la crescita, al centro dell’agenda del governo che verrà quando gli elettori potranno finalmente votare e comunque sin d’ora nella serrate battaglie parlamentari che ci attendono”, conclude Urso.