Chiederemo lo stesso numero di audizioni del Senato. Agli uffici nuova e approfondita istruttoria comparativa su applicazione Bolkestein in Europa, necessario confronto tra Stati balneari e non
“Il percorso che il ddl troverà alla Camera sarà il più possibile accidentato. Al Senato ci sono state oltre 200 audizioni. Chiederemo che questo ramo del Parlamento ottenga lo stesso tempo per ascoltare le realtà coinvolte nella riforma della concorrenza. Già il fatto stesso che il presidente Draghi abbia chiesto al Consiglio dei ministri, e ottenuto, la fiducia, dimostra la volontà di ridurre i tempi dell’approvazione ma nessuno, neppure Draghi, può impedire alla Camera di lavorare proficuamente”.
E’ quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli interpellato dai giornalisti sull’arrivo del ddl concorrenza alla Camera.
“Ho chiesto agli uffici della Camera – ha proseguito Rampelli – una approfondita istruttoria affinché sia data ai deputati la possibilità di avere un dossier il più aggiornato possibile in particolare su come la Bolkestein sia stata recepita dagli Stati dell’Ue”.
“Sulle concessioni demaniali, per esempio, – ha spiegato – la direttiva non si applica ai Paesi del Nord Europa perché non hanno un’economia costiera mentre potrebbe applicarsi agli Stati che la hanno, quelli che si affacciano sul Mediterraneo. Ma anche tra questi Stati ognuno ha una normativa diversa”.
“Che cosa significa? Semplicemente- ha aggiunto Rampelli – che la Bolkestein non è un editto e che l’Italia potrebbe – se solo avesse un governo in grado di farlo – legiferare per conto proprio e rivalutare amministrativamente i canoni di locazione che fossero troppo bassi, non gettare il bambino con l’acqua sporca”.
“Male che vada – ha osservato – pagherebbe una semplice infrazione. E forse ci converrebbe anche visto che a fronte del pagamento di qualche milione di euro potremmo salvare un settore che ha letteralmente inventato nell’800 la balneazione commerciale nel mondo”.
“Questo settore – ha concluso il vicepresidente – fa lavorare migliaia di persone, ha un fatturato di due miliardi ed è tutto italiano.Il tema della mancata reciprocità poi coinvolge altri settori del DDL concorrenza. Paradossalmente, l’Italia si apre alla concorrenza in un quadro di differenze formali e sostanziali profonde tra i diversi Stati dell’Ue. La concorrenza tra pari altrimenti è tecnicamente un suicidio assistito”.