“Penso che Francesco Storace farebbe bene a fare la sua strada senza dare ogni volta le pagelle a Fratelli d’Italia, verso la quale ha maturato una comprensibile ossessione, forse dovuta alla capacità di raccogliere in 45 giorni il quadruplo dei voti del suo partito in dieci anni, per non parlare delle recentissime elezioni nella capitale su cui omettiamo di rammentare i risultati perché ci piace il confronto ma detestiamo il dileggio.
Ma se ha scambiato l’eleganza con la codardia ha sbagliato di grosso perché siamo qui a ricordargli che per una serie infinita di motivi tutto rappresenta fuorché due cose: l’eredità di An e il ‘nuovo’. Decise infatti di abbandonare An ben prima che nascesse il PdL, in giurisprudenza si dice “per futili motivi”. Mentre sulla sua credibilità di rappresentante del ‘nuovo’ penso sia utile rammentare che gli manca solo di fare il primo ministro e poi ha ricoperto tutti i ruoli istituzionali possibili”.
È quanto dichiara il deputato e responsabile delle politiche regionali di Fratelli d’Italia, Marcello Taglialatela.
“Per venire ai suoi ‘rimbrotti’ sulla Basilicata – ha aggiunto Taglialatela – , FdI rivendica di aver costruito la candidatura alla presidenza del sen. Di Maggio e non ci siamo limitati ad appoggiarla, perché era l’unica possibilità di tenere unito il centrodestra, mettendolo nelle condizioni di vincere la competizione di novembre contro la sinistra. Rischiare di far prevalere la sinistra per calcolucci elettorali e per riflesso condizionato verso di noi, è stato un grave errore. Nel caso fosse emersa una candidatura espressione diretta del PdL noi avremmo fatto altre scelte, come più volte dichiarato, perché ritenevamo servisse marcare una forte discontinuità con alcune personalità che hanno trasversalmente rappresentato il ‘sistema Basilicata’, a sinistra ma anche a destra. E siamo perfettamente riusciti nell’intento, cogliendo la disponibilità del sen. Di Maggio, la cui caratteristica principale non è quella di appartenere a Scelta Civica ma quella di essere una persona stimata, espressione della società civile”.
“La differenza di comportamenti è chiara: se la sinistra dovesse vincere le regionali, ma visti i disastri di questi anni sarà difficile, la responsabilità non sarà addebitabile a Fratelli d’Italia che si conferma forza di centrodestra nuova e autonoma in un’alleanza alternativa alla sinistra. La lista con Grande Sud e Scelta civica si è resa altresì necessaria per meri motivi tecnici, a causa delle mutate regole elettorali, e in ogni caso il simbolo di FdI è presente per intero nella competizione. Agitare infine gli scandali sui rimborsi regionali è ridicolo, visto che il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Gianni Rosa è stato uno dei pochissimi a risultare totalmente pulito e anche per questo rappresenta per tanti lucani un punto di riferimento, una garanzia di coerenza e trasparenza, una speranza. L’esatto opposto rispetto a molti, anche a quelli che hanno scambiato la politica per il Cantagiro, luogo dove s’impugna il microfono e si emettono suoni. ‘Senza parole’ restiamo noi, attaccati da chi, non accettando di stare in coalizione in una regione difficile, favorisce la sinistra, proprio come capitato ad altri negli ultimi anni”, conclude l’esponente di FdI.
Roma, 20 ottobre 2013