«Più che un bazooka, il programma di Quantitative Easing della Bce rischia di rivelarsi una pistola ad acqua. Bene la diminuzione del costo del nostro debito e la probabile svalutazione dell’euro che renderebbe più competitivo il nostro export.
Tuttavia la riduzione della condivisione del rischio a percentuali ridicole (pari all’8% dei titoli acquistati, poiché il 12% riguarderà l’acquisto di titoli di istituzioni europee dal rischio limitatissimo e il restante 80% graverà sulle banche centrali nazionali) la dice lunga sull’idea di Europa che hanno a Berlino e dintorni. Senza contare che parametrando gli acquisti di titoli alle quote detenute dalle banche nazionali nel capitale della Bce, si finirà con l’acquistare in gran quantità titoli di Germania (18%) e Francia (14%) che non ne hanno alcun bisogno. A ciò va aggiunto che la Bce in questi anni ha già destinato molte risorse al sistema bancario e non c’è alcuna garanzia che le banche, sottoposte a vincoli di bilancio sempre più stringenti dalla stessa Bce, non utilizzeranno il QE per ricapitalizzare ancora anziché dare credito a famiglie e imprese. Se anche ciò avvenisse rimane da dimostrare che queste ultime le reinvestirebbero rilanciando consumi e inflazione».
È quanto dichiara Carlo Fidanza, già europarlamentare e componente dell’Ufficio di Presidenza di Fratelli d’Italia-An, a margine della conferenza stampa ‘coreografica’ di FdI-An che si è svolta stamattina in Piazza delle Belle Arti a Firenze in occasione del vertice Renzi-Merkel.
«Nessuno lo dice ma il QE è l’ennesima ingerenza sulle scelte dei popoli europei. Si acquistano soltanto titoli di Paesi con rating non inferiori a BB, a meno che non sottoscrivano piani di salvataggio. Un messaggio chiaro al futuro governo greco che, se vorrà l’intervento Bce, dovrà continuare a sottomettersi alla Troika. E un domani magari anche all’Italia, che purtroppo è a un passo da un ulteriore declassamento», conclude l’esponente di FdI-An.
Roma, 23 gennaio 2015