In democrazia il pluralismo nell’informazione è valore fondamentale e irrinunciabile. Lo avevano capito i vituperati partiti della prima Repubblica che consentivano perfino al MSI di avere accesso agli organi di gestione e controllo del servizio pubblico radiotelevisivo.
Oggi, con un governo guidato da un presidente che non rappresenta partiti e fazioni, dunque in potenza più equilibrato e istituzionale di chiunque altro, sostenuto da una maggioranza larghissima, con un pezzo di centrodestra nel consiglio dei ministri, assistiamo a un’improvvisa recrudescenza totalitaria che mina i fondamenti delle nostre istituzioni repubblicane.
Non era infatti mai accaduto che nel cuore della Rai, azienda di proprietà dei cittadini e non del governo, non fosse rappresentata l’opposizione. Siamo di fronte a Governo guidato da un tecnico o prove tecniche di regime?
È ora che i presidenti delle Camere lavorino per costruire uno Statuto dell’opposizione, dove siano chiari le regole e le funzioni di controllo e che lo stesso Capo del governo faccia altrettanto per le sue competenze, sotto lo sguardo vigile e attento di Mattarella.
Ora occorre intervenire immediatamente per ripristinare il diritto dell’opposizione a svolgere il proprio ruolo di riequilibrio nel circuito dell’informazione.