di Giorgia Meloni
21 luglio 2014
Se Brunetta pensa davvero quello che dice dovrebbe iscriversi a Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, perché da uomo schietto, preparato e intellettualmente onesto qual è riconoscerà che le battaglie che ha elencato non sono le stesse del suo partito.
Prendiamo ad esempio il presidenzialismo, completamente assente dal “patto di sangue” sulle riforme che Forza Italia ha stretto col Pd: l’accordo con Renzi non solo non prevede l’elezione diretta del Capo di Stato ma addirittura toglie agli italiani il loro sacrosanto diritto di eleggere i senatori. E che dire del fisco: sono anni che Forza Italia spalleggia governi direttamente inviati da Bruxelles che nel nome del rigore e dell’austerità hanno messo in ginocchio famiglie e aziende italiane.
Un’Europa dove il Ppe guidato della Merkel, del quale FI fa parte, e il Pse si spartiscono poltrone e potere, che fa solo gli interessi della Germania e delle banche. Ma in tema di favori agli istituti di credito il nostro Parlamento non è da meno, come dimostra la vergognosa svendita di Bankitalia, in occasione della quale Forza Italia ha addirittura rivendicato il merito di aver mantenuto in Aula il numero legale per farla approvare.
Tuttavia l’esempio emblematico della totale dissonanza tra quello che Brunetta scrive e quello che Forza Italia fa, è senza dubbio rappresentato dal reato di immigrazione clandestina: Brunetta parla della reintroduzione, ma solo pochi mesi fa Forza Italia ha votato a favore dell’abolizione.
Ecco, basta doppiezze e basta ipocrisie: non è più tempo di vecchi partiti e vecchie logiche. Se qualcuno pensa che Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale si metterà intorno a un tavolo con questi presupposti, per prendere in giro gli italiani e restaurare schemi superati e fallimentari si sbaglia di grosso: noi non siamo disponibili.
È tempo di azzerare tutto e di rifondare un qualcosa di nuovo, un centrodestra coerente e credibile che rifiuti il tatticismo, che lavori per risolvere i problemi degli italiani secondo una precisa visione del mondo e che riparta dalla partecipazione. In questa ottica le primarie sono uno strumento, il metodo per far scegliere agli italiani non solo leadership e nomi ma un modello di centrodestra, con i suoi valori, i suoi programmi, i suoi riferimenti culturali e ideali.