“Il cinema italiano è un patrimonio culturale da preservare. E per farlo è necessario chiudere la mangiatoia dalla quale per troppi anni si è nutrito il solito circolo dei cineasti radical chic. Costoro attaccano oggi il governo Meloni perché sentono minacciati i loro privilegi. Ricordo che 20 film che hanno beneficiato complessivamente di 11,5 milioni di euro di contributi pubblici hanno avuto poche centinaia di presenze ciascuno in sala. Il cinema è un’industria e come tale può avere un sostegno dai governi, ma che non può diventare una misura di welfare da rivendicare. Se criteri o modalità adottati non piacciono, potranno essere rimodulati alle esigenze che emergeranno, ma nel frattempo il governo Meloni ha messo fine ad un uso distorto dei finanziamenti pubblici. Chi merita non deve sentirsi in discussione. La prassi di dare soldi dei contribuenti agli amichetti di sinistra è finita, se ne facciano una ragione”. Lo dichiara in una nota il senatore Paolo Marcheschi, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura.
“Alcuni esponenti del mondo cinematografico italiano hanno ricevuto per tanti, troppi anni soldi dei contribuenti a pioggia per film visti da pochissimi spettatori. Milioni di euro elargiti con eccessiva disinvoltura. È per questo che qualcuno si sta risentendo e ci attacca. Giusto sostenere il comparto cinematografico, ma senza privilegiare pochi a danno di molti. Il governo Meloni lavora in favore del mondo della cultura e del cinema”, aggiunge in una nota la senatrice di Fratelli d’Italia Giulia Cosenza, vicepresidente della commissione Cultura.