“L’Italia intera viene, di giorno in giorno, più “ristretta e contenuta” per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Una sola categoria nei prossimi giorni verrà liberata: i detenuti! Allucinante! Dopo lo svuotacerceri mascherato, il 23 marzo decadranno le limitazioni delle visite e dei colloqui per i parenti dei detenuti. Chiediamo formalmente al Ministro della Giustizia di prorogare le limitazioni a tutela degli agenti della polizia penitenziaria, dei detenuti e dei loro stessi famigliari. Gli agenti di Polizia Penitenziaria, spesso privi di dispositivi di protezione e in clamoroso sotto organico, non possono essere ulteriormente esposti, così come è indispensabile impedire la propagazione del virus nelle case circondariali. Il mantenimento delle limitazioni previsti dal D.L. 18/2020 sono a tutela di agenti, detenuti e famigliari. Sarebbe veramente ridicolo che, mentre agli italiani viene limitata l’attività fisica, si aprano le carceri con le modalità normali fingendo che l’emergenza coronavirus sia superata. In ogni caso il Ministro prima di aprire le carceri ai colloqui come prima si accerti che tutti gli agenti della Polizia Penitenziaria e tutti i detenuti siano dotati di dispositivi di protezione individuale e imponga che i parenti, per accedere ai colloqui, siano minuti di dispositivi. Non abbiamo bisogno di ulteriori rivolte per la diffusione del virus nelle case circondariali per le scelte avventate e superficiali di un Ministro che, per deformazione professionale, interpreta il carcere come una discoteca. Ci vuole ben altra musica: speriamo che il dj Fofo abbia un pezzo adatto nel suo repertorio”.