“C’è una grande discriminazione nel DPCM del 4 marzo e riguarda il personale Ata. Il governo che giustamente per l’emergenza Coronavirus, ha sospeso le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado di tutta Italia fino al 15 marzo, non ha previsto la chiusura degli edifici pubblici. Questo implica, anzi obbliga tutti coloro, a parte docenti e studenti, a presentarsi regolarmente al lavoro. Quindi collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e assistenti tecnici, questa mattina hanno dovuto con grave rischio per la propria incolumità, timbrare il cartellino. Un Decreto quello del Presidente del Consiglio alquanto lacunoso poiché, omette di trattare la posizione del personale ATA che, non può essere adibito a lavori di “sanificazione”. Questi obbligatoriamente e per legge, devono essere affidati a ditte specializzate. Se in questo momento dobbiamo salvaguardare la salute degli italiani, non possiamo fare particolarità, la scuola va quindi chiusa non basta sospendere le lezioni per evitare il contagio. Con la salute, ovvero con la vita degli italiani non si può minimizzare”.