«C’è una netta differenza tra l’agente provocatore, colui cioè che istiga a commettere reati e l’agente sotto copertura, l’infiltrato “classico” che si utilizza per diversi tipi di inchieste, dalla mafia al terrorismo fino al traffico di droga. Nel primo caso siamo alla follia, perché lo Stato che istiga qualcuno a compiere un reato che altrimenti non verrebbe commesso è una concezione totalmente folle. Io penso che la corruzione non si combatta istigando a delinquere ma snellendo la burocrazia. Oramai i funzionari pubblici sono terrorizzati, nessuno pur di evitare guai, firma più niente. È importante rendere più snello e trasparente il rapporto tra le pubbliche amministrazioni e le imprese e non immaginare provvedimenti demagogici e dannosi come l’agente provocatore».
Lo ha detto il deputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza nel corso della trasmissione L’aria che tira su La 7