“Non bastano le scuse tardive, quasi goffe, di Ursula Von der Leyen. Forse l’Ue non ha capito che la nostra indignazione è alle stelle, e non si placherà certo con le petizioni di principio. È bene ricordare a lei e ai leader dei paesi nordeuropei che il primo decesso di Covid-19 in Italia risale al 21 febbraio. A oggi contiamo 14mila morti, cui se ne devono aggiungere ogni giorno altri 800. A causa della carenza di dispositivi individuali di protezione, il cui approvvigionamento è stato negato anche dai paesi dell’Unione, si è infettato il 20% circa del personale sanitario. Sono morti 70 medici, 25 infermieri, decine di operatori del 118, della Protezione civile, delle Forze dell’Ordine. E a tutt’oggi l’Italia non ha ricevuto un solo centesimo dall’organismo sovranazionale di cui è cofondatrice.
Dall’ultima riunione dell’Eurogruppo è emersa la decisione “irresistibile” di aggiornarsi a due settimane più avanti…Di fronte a questo niente il Coronavirus ha continuato ad aggredire persone innocenti. Questi 14 giorni corrisponderanno ad altri 11200 morti. C’è un momento in cui si può discutere e un altro in cui occorre agire.
L’ecatombe che si sta verificando in Italia, lo ricordo, ci vede vittime e non untori. Il Coronavirus nasce in Cina e il ‘paziente zero’ europeo è stato probabilmente tedesco.
Tuttavia qualunque organismo internazionale avrebbe agito con tempestività, ma non è quello che hanno fatto il Commissario europeo e la presidente della Bce, responsabile del crollo di 17 punti della Borsa Milano, autori di laboriosi calcoli egoistici e responsabili di uno stallo vergognoso o, per dirla con Macron, vomitevole, che ci ha procurato lutti, sospensione di libertà individuali e blocco delle attività economiche. Fossimo stati nemici dell’Ue saremmo stati trattati meglio.
Oggi la Von der Leyen non ci deve chiedere solo scusa, deve varare gli Eurobond e far immettere immediata liquidità nel portafoglio degli italiani impossibilitati a lavorare. Il resto sono chiacchiere, nauseanti, offensive, inutili.
Se la risposta è no agli eurobond, significa che l’Ue vuole aiutare i paesi ricchi ad approfittare della tragedia per sottomettere quelli in difficoltà, salvo poi – come ha dichiarato Conte – condannare derive nazionaliste. Senza ritegno…”.
E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.