«Mancano poche ore all’ingresso della Croazia nell’Unione Europea e il governo Letta non ha ancora varato la moratoria di due anni sui lavoratori croati che vogliono venire a cercare lavoro in Italia. Questo provvedimento, previsto dal Trattato di adesione, è già stato adottato da numerosi Paesi europei (Regno Unito, Austria, Slovenia, Spagna, Belgio, Olanda e Germania) e si rende ancor più necessario in una fase di crisi, per evitare che migliaia di croati in cerca di lavoro si riversino in Italia andando ad aggravare una crisi occupazionale che già sta colpendo il nord-est italiano. Con l’ulteriore paradosso che i 650 milioni di euro che la Croazia percepirà dall’Ue, e quindi anche da noi, per la sua adesione consentiranno al governo di Zagabria di continuare ad offrire sostanziose defiscalizzazioni alle imprese italiane che decidono di delocalizzare in Croazia».
È quanto dichiarano gli europarlamentari di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza e Marco Scurria.
«Abbiamo già subito gli effetti nefasti di un allargamento ad Est frettoloso e senza controlli, che in una notte ha portato in Ue decine di milioni di cittadini europei provenienti da Paesi con situazioni socio-economiche troppo diverse dalla nostra. Crediamo nel futuro europeo della Croazia ma non vogliamo che il governo commetta lo stesso errore che fece Prodi con la Romania. La Croazia non è la Romania, ma nemmeno l’Italia di oggi è quella di cinque anni fa. E chiediamo che la moratoria venga decisa anche per i prossimi Paesi balcanici candidati all’adesione all’Ue (Macedonia, Serbia, Montenegro e Albania), alcuni dei quali presentano situazioni ben più critiche della Croazia. Chiediamo, infine, che venga definitivamente risolto il problema dei beni degli esuli istriano-dalmati. Più di mille famiglie sono ancora in attesa di rientrare in possesso di ciò che hanno dovuto abbandonare. Mentre altri 36 mila sono in attesa degli indennizzi o della rivalutazione dei beni. Chiediamo inoltre all’Unione Europea di vigilare sulla piena tutela della minoranza italiana che in questi anni ha subito una costante e continua marginalizzazione e pretendiamo dal governo Letta iniziative di tutela e valorizzazione della comunità, della lingua e della cultura italiana in Croazia», aggiungono Fidanza e Scurria.
Roma, 29 giugno 2013