“La riforma del settore audiovisivo, cinema e televisione, era attesa da 60 anni. Riteniamo quindi positivo che si sia proceduto al riordino della materia unificandola. Emergono però ombre piuttosto pesanti che compromettono il provvedimento e c’impediscono di votare a favore”. È quanto ha dichiarato la deputata di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Giovanna Petrenga intervenendo in aula sul ddl Disciplina del cinema e dell’audiovisivo
“Ci lascia perplessi – ha aggiunto Petrenga – la creazione di un nuovo organismo di 8 membri, il Consiglio superiore del cinema, con rappresentanti di categorie scelti dal ministro, come accade per gli altri membri, anche questi per lo più di emanazione governativa: Consiglio che esprimerà pareri sia sulle percentuali di finanziamento che sui progetti e sulle politiche del Governo. Insomma, invece di semplificare si creano altri soggetti, che appesantiscono la macchina e centralizzano gli indirizzi, e quindi anche i finanziamenti. Noi crediamo che l’audiovisivo e il cinema siano arti nobili, nuovi linguaggi in cui gli italiani eccellono, da promuovere e finanziare con una visione internazionale; ma non vorremmo che Renzi e Franceschini avessero alla lettera il distico storico: ‘La cinematografia è l’arma più forte’, completandolo e puntualizzandolo con ‘del Governo Renzi’”.
“Questo disegno di legge è un passo a favore degli operatori e dieci passi verso il controllo di un ambito culturale strategico nella società dell’immagine. Un esempio per tutti: il presidente dell’ANICA, cioè di uno dei soggetti più autorevoli tra gli operatori, che dovrebbe pungolare il Governo e criticarlo quando non fa gli interessi di questi ultimi, si chiama Francesco Rutelli”.
“Sì, proprio l’ex sindaco di centrosinistra di Roma, che certo non ci sembra sia un esperto regista o produttore – ha concluso Petrenga- ma esclusivamente un lobbista filo-governativo, che infatti ha già espresso il suo autentico entusiasmo per il provvedimento”