“Capisco il clima da campagna elettorale ma sul Def le opposizioni hanno dimostrato ancora una volta che il vero campo largo è quello del centrodestra. Durante la discussione quest’oggi in Senato sono piovute accuse contraddittorie verso il governo Meloni. Il M5S ci accusa di aver presentato un Def presagio di una stagione di lacrime e sangue. Il Pd invece ci chiede di ripresentarne un altro perché quello che stiamo approvando è troppo generico. Ovviamente nessuna delle due accuse si basa su fatti reali. Ai colleghi del M5S che paventano austerità vorrei ricordare che, a causa del Superbonus, il rapporto deficit/Pil per il 2023 è salito dal 5.3% al 7.2%. Non è più tempo di fare campagna elettorale sulle spalle degli italiani. Occorre concretezza che non si traduce in austerità. Il governo Meloni è quello che ha permesso agli italiani con redditi medio bassi di avere più soldi in busta paga ma al tempo stesso ha cancellato misure scellerate come il Reddito di Cittadinanza, che regalava soldi anche a chi avrebbe avuto tutte le carte in regola per contribuire allo sviluppo di questa nazione. Ai colleghi del Pd invece ricordo che il Patto di Stabilità scritto dal loro esponente Gentiloni in Europa richiede che gli Stati membri definiscano gli obiettivi di politica economica di medio periodo attraverso il piano strutturale nazionale di bilancio a medio termine da presentare entro settembre. La scelta di strutturare un Def leggero, quindi, non è dettata dalla volontà di mistificare la realtà ma dal pragmatismo. Dobbiamo pensare al bene degli Italiani non a fare campagna elettorale”.
Lo dichiara in una nota il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini, presidente della 5a Commissione Bilancio.
“Sul Def abbiamo assistito ad accuse petulanti, articoli di giornali avversi, interventi politici. Tutte dichiarazioni incentrate sul fatto che un quadro tendenziale non sia un quadro programmatico: un’ovvietà. Sarebbe ridicolo, oggi, applicare regole vecchie per un piano che si sta attuando per la prima volta in Europa. Il taglio del cuneo, il mantenimento delle aliquote, la spesa sanitaria, il Pnrr sono variabili che spingono il Pil italiano. Sono fatti e numeri, non propaganda. Ci sono anche fattori penalizzanti come il Superbonus. Su questa misura è stato detto tutto e ne pagheremo le conseguenze per anni, ma la schizofrenia delle opposizioni fa impallidire. Proprio quella minoranza che lo ha attuato e oggi ne prende le distanze. È finito il tempo del tutto gratis, dell’assistenzialismo, del reddito di cittadinanza, delle costruzioni e ristrutturazioni gratuite. Questo governo è responsabile. Un esecutivo che deve riscattare l’immagine negativa affermatasi all’estero. Abbiamo affrontato molte tempeste lungo il nostro percorso. Ma abbiamo la capacità di adeguarci a quanto di negativo abbiamo ereditato, o sta accadendo nel mondo. Lavoriamo per costruire una Ue che adotti regole meno penalizzanti. E siamo certi che ci sarà una nuova Unione dopo il voto di giugno”.
Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia, Guido Liris, capogruppo in commissione Bilancio di Palazzo Madama.