“Il prossimo Consiglio europeo dovrà definire il corso dell’Unione europea del futuro. Non ci piace un’Europa che si occupa di troppe materie e che si intromette negli affari interni degli Stati. Siamo per il sostegno all’Ucraina perché difendere l’Ucraina significa difendere i confini europei e quelli dell’alleanza atlantica. L’Europa deve dare centralità al Mediterraneo e all’Africa e per questo il Piano Mattei rappresenta il paradigma da seguire perché non vogliamo avere un approccio predatorio e paternalistico ma stabilire patti per un mutuo vantaggio.
Il problema dei flussi migratori si risolve così e non con la ripartizione delle quote e i dati del Ministero dell’Interno parlano chiaro: nel 2024 c’è stato un crollo degli sbarchi in Italia rispetto al 2023, un terzo degli sbarchi in meno e questo è un successo del governo Meloni. Gli elettori hanno dimostrato in queste ultime elezioni che non vogliono un’Europa burocratica ma un’Europa della crescita. Non vogliamo direttive che danneggino l’industria automobilistica e il nostro patrimonio immobiliare, cose che invece auspica la sinistra del campo largo che ci vorrebbe vedere a Piazzale Loreto a testa in giù. Non ci faremo trascinare in questa cultura dell’odio ma continueremo a batterci per l’interesse nazionale come abbiamo sempre fatto”. Lo dichiara in Aula il vicepresidente vicario di Fratelli d’Italia in Senato, Raffaele Speranzon.
“Condivido integralmente le comunicazioni odierne del presidente Giorgia Meloni. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una campagna elettorale per le Europee da cui è emersa una verità: solo il governo italiano è stato promosso dai propri cittadini. E questo importante aspetto non può essere ignorato a Bruxelles. L’Europa è un continente fermo. Un gigante burocratico e un nano politico. È un’Unione che, attraverso politiche ideologiche, ci impone cosa mangiare e come ristrutturare le nostre case. E che, in conclusione, ha voltato le spalle ai popoli europei.
Noi vogliamo invece una Ue che faccia meno e faccia meglio. Che sappia incidere di fronte alle sfide globali, dalle crisi internazionali alle politiche sull’immigrazione. È per questo che spero che domani il nostro presidente del Consiglio interpreti al meglio il sentire dell’Italia nel rispetto dell’interesse nazionale”, aggiunge in Aula il senatore di Fratelli d’Italia, Michele Barcaiuolo, capogruppo in commissione Affari Esteri e Difesa di Palazzo Madama.
“Sembrerebbe un Consiglio come quelli che si svolgono periodicamente, ma in realtà il prossimo non sarà un Consiglio come tanti altri: si parlerà dell’architettura dell’Unione europea del futuro, perché siamo reduci da elezioni che hanno dato indicazioni molto chiare. Hanno vinto, infatti, quelle forze politiche che hanno sempre incoraggiato un cambiamento per il futuro della nostra Unione. Ci aspettiamo dunque un cambiamento di indirizzo politico e culturale.
L’Ue che verrà dovrà guardare al Sud, perché ce lo insegna la storia che non c’è Europa senza Mediterraneo. L’Unione europea dovrà dunque occuparsi delle politiche sull’immigrazione, anche grazie al governo Meloni che ha spinto gli accordi con la Tunisia e che propone il Piano Mattei. L’Europa dovrà ascoltare le idee e le linee dell’unico Governo in Europa che cresce per consenso”, conclude nel dibattito in Aula sulle comunicazioni del premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo, il senatore di Fratelli d’Italia Marco Scurria.