La nuova priorità del Governo Renzi è la legge sul conflitto di interessi. Traduco: l’Esecutivo fa qualsiasi cosa pur di non occuparsi dei problemi reali degli italiani. Ma se proprio vogliono fare questa legge, Fratelli d’Italia ha dei contributi da dare:
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Non è consentito a un sindaco nominare in aziende comunali un amico che gli ha pagato per anni l’affitto di casa.
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L’azienda di famiglia di un sindaco non può prendere prestiti tramite fondi di garanzia garantiti da strutture pubbliche collegate con il sindaco stesso e non le è consentito non restituire il prestito.
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Non è consentito a un presidente di provincia farsi pagare dallo Stato i contributi previdenziali di un contratto fatto con la propria azienda di famiglia e firmato pochi giorni prima la propria nomina.
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Non è consentito mettere a capo del ministero che vigila sul patrimonio cooperativo chi è stato a capo del mondo cooperativo.
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Non è consentito ai ministri fare provvedimenti che agevolino le banche dove lavorano i propri familiari.
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Non è consentito affidare lo sviluppo economico della Nazione a chi possiede colossi aziendali che lavorano con realtà industriali pubbliche.
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Non è consentito dare in affidamento diretto la gestione della ristorazione ai finanziatori del premier in eventi pagati con soldi pubblici.
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Non è consentito fare condoni miliardari a società che finanziano membri del Governo o fondazioni politiche a questi collegate.
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Non è consentito al premier nominare nei Consigli di amministrazione delle grandi aziende pubbliche i membri e i sostenitori della fondazione con la quale raccoglie i fondi per le sue campagne elettorali.
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Non è consentito proporre alla nomina di Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana i finanzieri amici e sponsor del premier, a maggior ragione quando le loro attività dovessero avere sede in un paradiso fiscale.
Questi sono solo i primi contributi che Fratelli d’Italia darà alla legge sul conflitto di interessi. Ma la lista di emendamenti sarà molto, molto più lunga.