“L’approvazione della direttiva SMAV supera finalmente un ritardo di più di un decennio delle normative nazionali rispetto l’emergere del capitalismo delle piattaforme, nel settore dell’audiovisivo. Abbiamo richiesto, in alcune osservazioni, l’innalzamento delle quote a fronte della loro flessibilità con investimenti in formazione e marketing, osservazione che purtroppo non è passata. Nelle quote passa l’indice del 20%, come bilanciamento fra difesa della creatività italiana ed esigenze di mercato. L’industria audiovisiva va sostenuta, ma non possiamo introdurre gabbie di mercato che scoraggino gli investimenti. Il Governo deve stabilire delle quote di produzione che siano rispettose e incentivino la la produzione nazionale, senza chiuderci al mercato internazionale. Il nostro settore audiovisivo deve avere una dimensione almeno europea e il confronto con i grandi player internazionali come Netflix o Amazon sia fondamentale. Le major devono continuare a investire in Italia. Sul tetto pubblicitario Rai, vogliamo segnalare che la principale azienda culturale nazionale va sostenuta. La Rai può competere con le piattaforme digitali, come già abbiamo indicato in atti di indirizzo in Vigilanza Rai. RaiPlay va resa più competitiva, introducendo nel piano industriale, come già indicato dal voto unanime in due risoluzioni in Vigilanza Rai, il suo rafforzamento polarizzando l’intera filiera di produzione e creazione di contenuti così da renderla capace di competere con le grandi piattaforme di streaming, sul modello inglese o francese. Il Parlamento ha votato all’unanimità uno “schiaffo” all’AD Fuortes, garantendo in un’osservazione introdotta che la quota spettante al Fondo del Pluralismo del canone rimanga intatta, almeno fino a quando non esisterà un Fondo autonomo lasciando, successivamente, alla Rai l’interezza del canone: una distorsione, sottolineiamo, voluta nel 2016 da Renzi e dal centrosinistra. Ne va del pluralismo e dei posti di lavoro dell’industria editoriale e radiotelevisiva. Come richiesto anche nel nostro intervento, grazie alla direttiva SMAV l’ecosistema imprenditoriale radiofonico avrà regole più certe.”
Così il capogruppo in commissione Cultura ed Editoria di FDI, responsabile Cultura e Innovazione di Fratelli d’Italia, deputato Federico Mollicone.